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Ostia Antica Bloccati i lavori del Megastore

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Ostia Antica Bloccati i lavori del Megastore

Ostia Antica Bloccati i lavori del Megastore. “A seguito dei danni subiti da alcuni immobili di Ostia Antica la direzione ha emesso un ordine di sospensione temporaneo nei confronti del cantiere limitrofo”. L’annuncio su Facebook della minisindaca Giuliana Di Pillo accolto con soddisfazione e rabbia al presidio dei residenti sgomberati a causa delle crepe sugli edifici vicini al cantiere.

OSTIA ANTICA BLOCCATI I LAVORI AL MEGASTORE

Il cantiere è situato a pochi metri dagli scavi e dal borgo medievale, in una zona a massimo rischio idrogeologico. Il Comune ha autorizzato la costruzione di un centro commerciale e residenziale da oltre 2500 metri quadrati. Un palazzo di 4 piani per 27 appartamenti con relativi parcheggi e garage sottoterra. Da mesi i residenti denunciano crepe e lesioni sugli edifici e chiedono verifiche sulla sicurezza dell’area. Ora lo stop temporaneo dei lavori annunciato dal municipio dopo lo sgombero di uno dei palazzi limitrofi. “Nei prossimi giorni si attiveranno gli enti preposti – continua Giuliana Di Pillo – per la verifica dei danni agli immobili e della correttezza di esecuzione dei lavori in corso”. Una vittoria per i residenti, che hanno costituito il comitato Tutelare Ostia Antica. E che ora chiedono chiarimenti sul permesso rilasciato il 18 gennaio 2017 dal Dipartimento Urbanistica del Campidoglio. “Tutto questo poteva essere evitato se il Comune ci avesse ascoltato – spiega Franco De Luca di Tutelare Ostia Antica -. Ora ci chiediamo come ha fatto il Comune a permettere un progetto del genere. Avrebbe dovuto prevedere problemi di sicurezza. Era necessario attendere più di 18 mesi dal rilascio del permesso per sospendere il cantiere?”.

LA RACCOLTA DI FIRME

Più di 200 residenti hanno firmato una petizione per bloccare in via definitiva il cantiere. Alcuni giorni fa in 60 hanno presentato un esposto in procura per chiedere di indagare sui permessi. Il Comune ha concesso le autorizzazioni il 18 gennaio 2017. Sei giorni prima che entrasse in vigore il decreto con cui l’Autorità di Bacino del Tevere aveva classificato il centro di Ostia Antica a massimo rischio idrogeologico. Il vincolo avrebbe impedito almeno i locali sottoterra. Il caso ora rischia di trasformarsi in un pasticcio per il Campidoglio. L’impresa costruttrice, la Stazi srl, potrebbe anche chiedere rimborsi milionari sulla base di investimenti fatti e mancati guadagni. “Il municipio ha intrapreso la strada giusta, ora seguano atti ufficiali”, spiega Erasmo D’Angelis segretario dell’Autorità di Bacino del Tevere. Dal Campidoglio tutto tace. E, proprio alla sindaca Raggi, l’associazione Italia Nostra chiede di creare un Servizio geologico “che permetta di riorganizzare le risorse già presenti ma frammentate. Roma è esposta con frequenza sempre maggiore a rischi per la pubblica incolumità. La mancanza di una governance univoca è un indiscutibile punto di debolezza sommata alla non adeguata attività di monitoraggio dei rischi del territorio”.

FIBRA, STOP ALLE FREGATURE

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Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

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Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

Un’ultima notte da solo al pianoforte, come ha fatto per una vita. Poi basta. Rick Wakeman, storico tastierista britannico già membro degli Yes del periodo d’oro, gli anni Settanta, dice addio a questo tipo di concerti.

Il saluto di un’icona della musica

Wakeman ha comunicato la conclusione della sua carriera dedicata a concerti solisti, dopo aver deliziato i fan con le sue esibizioni per anni. I suoi concerti hanno sempre rappresentato una fusione di virtuosismo e passione, rendendoli un’esperienza unica per il pubblico.

Un legame con il passato

Noto per il suo lavoro con gli Yes, Wakeman ha segnato un’era della musica rock progressive. Ora, con il suo ritiro dai concerti al pianoforte, si chiude un capitolo che ha incantato generazioni di ascoltatori.

Il futuro della musica per Wakeman

La decisione di Rick Wakeman segna un cambio significativo nella sua carriera. Sebbene chiuda questa porta, il suo contributo alla musica rimarrà impresso nella storia. Il tastierista promette di continuare a essere presente nel panorama musicale, ma con modalità diverse.

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.

LA BANDA

Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.

IL DNA

Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.

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