Cronaca
ROMA Arrestato il violentatore di Caracalla
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ROMA Arrestato il violentatore di Caracalla. L’uomo che aveva tentato di stuprare una donna mentre faceva jogging a Caracalla era già noto alle cronache. La sua foto mentre girava nudo per le vie di Grottaferrata era stata già pubblicata.
ROMA Arrestato il violentatore di Caracalla. Originario del Gambia, ventotto anni, era stato arrestato in flagranza dai carabinieri. In prigione però è rimasto poco. Ma stavolta M.D.D. in carcere ci resterà a lungo. Il tentato stupro si è verificato intorno alle 14 in via delle Camene, nel centro della Capitale, il giorno di San Pietro e Paolo. La vittima una donna italiana di 38 anni che si è salvata dalla violenza grazie alla pronta reazione di un ragazzo che stava anche lui correndo e che ha messo in fuga il maniaco.
La donna in pantaloncini, maglietta e scarpe da ginnastica, stava correndo quando da un cespuglio è spuntato lo straniero e l’ha afferrata. L’uomo ha palpeggiato la vittima cercando di trascinarla nella vegetazione. La donna a sua volta ha reagito gridando in preda alla disperazione. Le sue grida hanno attirato l’attenzione del giovane che è intervenuto colpendo con un pugno il maniaco e interrompendo così la sua azione contro la donna. Quando ormai sembrava potesse tornare la calma il gambiano, come denunciato dalla vittima e dal suo soccorritore, ha preso un ramo e ha cercato di scagliarsi contro di loro. A un certo punto ha desistito e si è allontanato.
Le Forze dell’Ordine sono accorse subito dopo ma dell’uomo non c’era più traccia. La vittima a quel punto ha sporto denuncia. Inoltre ha descritto in modo molto preciso il ricercato: vestiti e tratti somatici. Per questo il giorno seguente, all’ennesimo sopralluogo, gli inquirenti hanno riconosciuto il gambiano mentre si aggirava proprio a Caracalla. «Non avrei mai pensato che potesse accadermi una cosa simile. Era una giornata bellissima. Mi piace correre e nel primo pomeriggio ho deciso di farlo in un posto stupendo come Caracalla. A un certo punto è accaduta una cosa incredibile. Quell’uomo è sbucato da un cespuglio e ha iniziato a toccarmi dappertutto. Da impazzire. Devo ringraziare quel ragazzo. Se non ci fosse stato lui, forse non sarei qui», ha raccontato la vittima.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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