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ROMA Bimba rom ferita, l’ammissione dell’indagato

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ROMA Bimba rom ferita, l’ammissione dell’indagato

ROMA Bimba rom ferita, l’ammissione dell’indagato. L’uomo, indagato per lesioni gravi dalla Procura nell’inchiesta sul ferimento della bimba nomade avvenuto nei giorni scorsi, avrebbe confessato agli inquirenti di aver manomesso l’arma con la quale ha sparato alla piccola.

ROMA Bimba rom ferita, l’ammissione dell’indagato. “Ho modificato la pistola per renderla più potente”, avrebbe dichiarato il cinquantanovenne. I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, hanno disposto una perizia sulle armi trovate in casa dell’uomo. Un’attività istruttoria per capire come l’indagato abbia modificato la pistola e la carabina ad aria compressa. Armi acquistate circa un anno fa a San Marino. Da quanto raccontato agli inquirenti “avrebbe allentato una vite per potenziare l’arma”. Gli inquirenti hanno ascoltato diversi testimoni, sia familiari della piccola che abitanti della zona, per cercare di chiarire il luogo esatto dove la bimba è stata raggiunta dal piombino.

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I cardinali e il loro enigmatico raduno davanti alla tomba

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I cardinali e il loro enigmatico raduno davanti alla tomba

Hai mai visto una folla così devota e inarrestabile? #PapaFrancesco sta conquistando i cuori anche dopo la sua scomparsa, con migliaia di persone che si precipitano a #SantaMariaMaggiore per un ultimo saluto emozionante! #Roma #Fede

L’alba di un pellegrinaggio straordinario

All’alba, le code si allungano già fuori dalla basilica, con il rettore, il cardinale Rolandas Makrickas, che apre personalmente la Porta Santa alle 7 del mattino. Il suo volto mostra una miscela di stupore e gioia nel vedere così tanto affetto per il Pontefice, che ha scelto questa basilica nel cuore multietnico dell’Esquilino come sua ultima dimora. È una coincidenza affascinante, che rispecchia perfettamente lo stile umile di Francesco. Entro le 14, ben 30mila persone avevano già varcato la soglia, e si prevede che il numero raddoppierà entro la fine della giornata.

Un oceano di storie e devozione

Tra la folla ci sono famiglie, religiosi, giovani scout e visitatori da ogni angolo del mondo, tutti uniti per rendere omaggio a Francesco. Gli abitanti dell’Esquilino sono entusiasti di avere un “vicino di casa” così illustre, trasformando questa zona in una meta imperdibile per credenti e non. Una visitatrice, Maria, arrivata da Agrigento con la famiglia, descrive la tomba come “semplice, proprio come era lui”. Anche i cardinali si uniscono alla processione nel pomeriggio, con uno di loro, il porporato irlandese Sean Baptist Brady, che prega per un futuro Papa all’altezza. E poi ci sono le voci della gente comune: Florentine, da Grenoble ma originaria del Benin, parla di “un’emozione grandiosa”, mentre Roberto, un romano ateo, ammette di essere lì per una frase del Papa che lo ha sempre colpito: “È meglio vivere da ateo che da cristiano che parla male degli altri”.

L’eredità viva nel quartiere

Francesco lascia un’eredità che si vede e si sente ovunque, soprattutto in questo angolo vivace di Roma. Sinika, arrivata dalla Finlandia con una maglietta dedicata a Bergoglio, lo definisce “il miglior Papa per i poveri”, notando come la sua sepoltura qui, e non a San Pietro, ne sia la prova. Intorno alla basilica, il suo ritratto appare tra negozi e supermercati, mentre striscioni come “Grazie Francesco” decorano i palazzi. All’interno, le messe e i canti solenni continuano a celebrare la sua memoria con un’attenzione meticolosa.

Santa Maria Maggiore: Un flusso ininterrotto fino a tardi

Le code possono durare fino a due ore, e davanti alla tomba i visitatori si fermano solo per pochi secondi, tanto è l’afflusso. Questa mattina, la basilica è stata così affollata da dover interrompere brevemente per le messe domenicali, invitando la gente a sedersi o uscire per far spazio. L’apertura continua fino alle 22 di stasera, per riprendere domani alle 7. Intanto, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, annuncia piani per gestire l’ondata di visitatori nelle prossime settimane e mesi, con una riunione in Prefettura prevista per mercoledì. La tomba, con la semplice scritta “Franciscus” e adornata da una rosa bianca, ispira molti a portare lo stesso fiore, un simbolo che Francesco stesso collegava a Santa Teresina e che ora rappresenta il ricordo e la gratitudine della gente.

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Il pastificio romano salvato da Papa Francesco e il suo piano per i detenuti

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Il pastificio romano salvato da Papa Francesco e il suo piano per i detenuti

ScopriComePapaFrancescoHaTrasformatoUnCarcereInUnPastificioDiSperanza #RedenzioneAttraversoLaPasta

La Nascita del Progetto

Immagina un luogo dimenticato ai margini di Roma, dove l’acqua e la farina si mescolano non solo per creare pasta, ma per forgiare destini. È proprio qui, a Casal del Marmo, che l’eredità di Papa Francesco ha preso forma dopo la sua prima visita nel 2013. Subito dopo la sua elezione, il pontefice si recò nel carcere minorile per un gesto simbolico: lavò i piedi ai giovani detenuti durante il Giovedì Santo, esortandoli a non perdere la speranza. Questa visita ispirò un’idea rivoluzionaria, promossa dal cappellano del carcere, che trasformò una palazzina abbandonata in un vero e proprio pastificio artigianale. I volontari e i giovani coinvolti videro nella pasta un simbolo quotidiano di rinascita, un’opportunità per imparare un mestiere e reinserirsi nella società. Dopo anni di lavori e finanziamenti, il “Pastificio Futuro” è finalmente diventato realtà nel 2023, attirando l’attenzione per il suo potenziale di cambiare vite.

L’Aiuto Inaspettato

Ma cosa succede quando un leader spirituale decide di intervenire direttamente per sostenere un sogno? Proprio questo ha fatto Papa Francesco con la sua ultima donazione: 230 mila euro dal suo conto personale, un lascito che ha estinto parte del mutuo del pastificio. Questa mossa, rivelata attraverso i canali del Vaticano, ha sconvolto e ispirato tutti, permettendo al laboratorio di espandere le operazioni e offrire più posti di lavoro. Attualmente, solo quattro giovani detenuti lavorano qui con contratti regolari, ma il sito è progettato per ospitarne fino a 20, con l’obiettivo di aumentare la produzione e abbassare i prezzi. I ragazzi, entusiasti della notizia, vedono nel pastificio una vera seconda chance, un posto dove rispettare orari e responsabilità, proprio come il Papa aveva auspicato. Non è solo un aiuto economico: è un segno tangibile di attenzione che ha lasciato un’impronta indelebile nelle loro vite.

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