Cronaca
ROMA Sequestrata discarica abusiva: gestione illecita rifiuti

ROMA Sequestrata discarica abusiva per gestione illecita rifiuti. I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico e del Nucleo Investigativo del Gruppo Forestale di Roma hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo della società E. Giovi srl. Sequestro disposto dal gip del Tribunale di Roma, a seguito delle attività investigative coordinate dalla Procura Repubblica – Dda Roma.
ROMA Sequestrata discarica abusiva per gestione illecita rifiuti. L’attività investigativa dei militari del Noe con il supporto dei Carabinieri Forestali ha ricostruito una importante attività di gestione illecita di rifiuti costituiti da percolato di discarica. Materiale che la E. Giovi, gestore della grande discarica di Malagrotta, avrebbe dovuto raccogliere e inviare a trattamento in impianti esterni.
La rimozione del percolato (derivante dalla liscivazione dei rifiuti abbancati e dalle precipitazioni meteoriche che vi si mescolano) è una operazione necessaria e imposta dalla normativa di settore per impedire la contaminazione dell’ambiente. Tale rifiuto non può essere destinato a discariche per rifiuti solidi urbani come Malagrotta e deve essere oggetto di specifici trattamenti in impianti autorizzati. La lunga indagine ha permesso di accertare che il percolato prodottosi negli anni veniva lasciato a saturare i rifiuti nella discarica raggiungendo, in alcuni punti, anche l’80% dei rifiuti abbancati.
Il tutto per evitare di sostenere le spese per la corretta gestione del percolato. I consulenti della Procura hanno quantificato il quantitativo di rifiuti oggetto di traffico illecito e, da questi, calcolato l’ingiusto profitto in quasi duecento milioni di euro. Al fine di garantire tale cifra per il proseguo del procedimento penale è stata messa sotto sequestro l’azienda, i beni e il patrimonio degli indagati. L’azienda è stata affidata per la Custodia Giudiziaria al Commissario Prefettizio, dott. Luigi Palumbo, al quale spetta anche il compito di avviare la corretta gestione ambientale della discarica nella sua fase post-operativa.
ROMA SALARIO TRIESTE – RAPINATORI VENTUNENNI ARRESTATI GRAZIE AI SOCIAL
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate

Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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