Cronaca
A1 Incidente all’altezza di San Cesareo: morti due giovani romani

A1 Incidente all’altezza di San Cesareo: morti due giovani romani.
A1 Incidente all’altezza di San Cesareo. Il sinistro è costato la vita a due giovani romani, di ritorno a casa da una vacanza a Sorrento. I due, coppia di fidanzati, sono rimasti vittime del tragico incidente stradale avvenuto ieri pomeriggio sull’autostrada Napoli-Roma. Francesco Maresca ed Anna Donzetti, questi i loro nomi, entrambi originari della Capitale, sono deceduti dopo che la loro auto è stata colpita da una vettura che la seguiva. Nulla da fare per i due, dei quali i soccorritori giunti sul posto non hanno potuto che constatare il decesso.
Non è ancora chiara la dinamica dell’incidente stradale, avvenuto intorno alle 17:00 di ieri nei pressi di San Cesareo (chilometro 577,400), in direzione della Capitale. Secondo le ricostruzioni agenti della Polizia Stradale, Sottosezione Roma Sud, la Citroen C1 condotta da Francesco Maresca si sarebbe fermata nella corsia centrale dell’autostrada a causa di un guasto. Il giovane sarebbe dunque sceso dalla stessa, non si sa se per mettere il triangolo o spingerla in corsia di emergenza. Anna Donzelli si sarebbe invece spostata dal lato passeggero al posto di guida.
La Seat Leon, che in quel momento sopraggiungeva da dietro, non è riuscita a evitare l’impatto con la Citroen ferma in corsia centrale. Un impatto violento, che ha fatto sbalzare in aria i due fidanzati per diversi metri. Ferito gravemente anche il conducente della vettura che li ha colpiti. L’uomo è stato estratto dalle lamiere della sua auto dai vigili del fuoco e trasportato in codice rosso in ospedale dall’ambulanza del 118.
L’incidente ha causato pesanti disagi alla viabilità, con code chilometriche in entrambi i sensi di marcia, anche per via dei curiosi. La circolazione sull’A1 è ripresa totalmente solo dalle 19:00, mentre il personale di Autostrade per l’Italia ha distribuito acqua agli automobilisti in coda.
Ultime Notizie Roma
La vicenda che ha sconvolto Anzio: arrestato per violenza sessuale

Latina, 18 luglio 2025 – È stato convalidato il fermo del 32enne arrestato sabato scorso ad Aprilia dalla Squadra Mobile di Roma. L’uomo, di origine straniera, è stato interrogato questa mattina nel carcere di Latina dal giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, alla presenza del suo avvocato difensore Leonardo Palombi.
Durante l’interrogatorio, il fermato ha ammesso le proprie responsabilità in relazione ai fatti avvenuti il 12 maggio scorso ad Anzio, ai danni di una giovane donna di 19 anni. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la vittima sarebbe stata aggredita nei pressi della via Nettunense, dopo essere scesa da un autobus.
Il 32enne, già noto alle forze dell’ordine per altri precedenti, è stato rintracciato nei giorni successivi presso la stazione ferroviaria di Aprilia, dove si trovava in attesa di un treno diretto a Roma. Gli agenti lo hanno fermato e condotto in stato di arresto.
A seguito della confessione, il giudice ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, in attesa dei prossimi sviluppi dell’indagine.
Ultime Notizie Roma
Roma, scandalo in divisa: sospesi quattro agenti, “spariti” 74 chili di droga durante le perquisizioni

Quattro agenti della Polizia di Stato, fino al 2023 in servizio presso il commissariato di San Lorenzo, sono stati sospesi dal servizio dal gip di Roma nell’ambito dell’inchiesta “Don Rodrigo”. Lo scorso 23 giugno, la stessa inchiesta aveva già portato all’arresto di due poliziotti e alla custodia cautelare per altre 16 persone.
I quattro, indagati a piede libero per falso, sono stati interrogati in sede di preventivo come previsto dalla riforma Nordio. Il gip ha disposto sei mesi di sospensione per una poliziotta ora all’Ispettorato Viminale e un anno per gli altri tre, di cui due alla squadra mobile di Napoli e uno che frequenta il corso da vice-ispettore.
Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, durante due perquisizioni a San Lorenzo gli agenti avrebbero omesso di sequestrare complessivamente 74,5 chili di hashish, poi finiti a due pusher amici di colleghi già arrestati.
Nel corso degli interrogatori, le versioni discordanti e contraddittorie dei quattro sono state giudicate inattendibili dal giudice, che ha evidenziato una “volontà precisa di non ricostruire la verità” per evitare responsabilità.
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