Cultura
ROMA ANTICA I Consualia e il Ratto delle Sabine
ROMA ANTICA I Consualia. Feste organizzate in onore del dio Conso, protettore del raccolto, e anniversario del tempio sotterraneo a lui dedicato. Il tempio veniva portato alla luce solo in questo giorno. Durante questa festa avvenne il ratto delle Sabine.
ROMA ANTICA I CONSUALIA
Le feste venivano celebrate il 21 agosto, durante il periodo del raccolto, e il 15 dicembre. Tutti i riti si svolgevano davanti a un altare sotterraneo del Circo Massimo, portato in superficie in occasione della festa. Alcuni di essi prevedevano delle corse di muli, mentre cavalli e asini restavano a riposare incoronati da ghirlande. Si legge in Tito Livio che i Consualia furono istituiti dallo stesso Romolo quando, con i giovani romani snobbati dalle genti vicine, organizzò il Ratto delle sabine.
LA FESTA
Secondo Plutarco, Romolo programmò il ratto per costituire l’inizio della fusione tra il popolo dei Romani e quello dei Sabini. Romolo al rifiuto dei Sabini, decise però di dissimulare il proprio risentimento e di allestire dei giochi solenni, chiamati Consualia e dedicati al dio Conso. Quindi ordinò ai suoi di invitare allo spettacolo i popoli vicini: dai Ceninensi, agli Antemnati, Crustumini e Sabini, questi ultimi stanziati sul vicino colle Quirinale. L’obiettivo era quello di compiere un gigantesco rapimento delle loro donne proprio durante lo spettacolo. Arrivò moltissima gente con figli, ma anche molte vergini e consorti, anche per il desiderio di vedere la nuova città.
IL RATTO DELLE SABINE
Romolo prese posto tra la folla ed al segnale convenuto, insieme ai suoi uomini, estrassero le spade e catturarono le figlie degli Antemnati, dei Ceninensi, dei Crustumini e dei Sabini, lasciando fuggire i loro padri, che abbandonarono la città promettendo vendetta. Alcuni raccontano che furono rapite solo trenta fanciulle, Valerio Anziate cinquecentoventisette, Giuba II seicentottantatré, mentre Plutarco stima non fossero meno di ottocento. A favore di Romolo depose il fatto che non venne rapita nessuna donna maritata, se si esclude la sola Ersilia, di cui ignoravano la condizione. Il ratto fu spiegato da Plutarco non tanto come un gesto di superbia, ma piuttosto come atto di necessità, al fine di mescolare i due popoli.
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