Cultura
ROMA ANTICA I Volcanalia
ROMA ANTICA I Volcanalia. Il 23 di agosto durante questa festa dedicata al dio Vulcano si celebrava un rito essenzialmente espiatorio consistente nel gettare nel fuoco animali in cambio della propria vita. Forse si trattava di piccoli pesci (analogamente a ciò che succede nel Tubilustrium di maggio) che la gente acquistava presso gli altari di Vulcano dove ardeva un fuoco.
<strong>ROMA ANTICA I Volcanalia. Molto probabilmente in questo giorno si compieva anche un rito pubblico in suo onore. Detto rito si teneva nell’area detta Volcanal, tra il Campidoglio e il Foro. Vulcano (Vulcanus o Volcanus) è una divinità che sarebbe stata introdotta a Roma da Romolo o da Tito Tazio. Viene identificato col dio greco Efesto. Il flamine vulcanale era il sacerdote dell’antica Roma preposto al culto del dio Vulcano, protettore dei fabbri e della meccanica, tanto da essere chiamato anche Mulciber. Figlio di Giove e Giunone, era anche il dio del fuoco, protagonista di molte leggende. Un dio sgraziato e di brutto aspetto fin dalla nascita. Tanto da spaventare la madre e da essere scaraventato da essa stessa dall’Olimpo, rimanendo così zoppo per la caduta. A seconda dei miti Vulcano era marito di Maia o Venere. Inoltre era padre di Caeculus il fondatore di Praeneste, l’attuale Palestrina, e di Caco ucciso da Ercole nella sua decima fatica.