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ROMA Fontana dell’Altare della Patria usata come piscina: caccia ai ‘bagnanti’

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ROMA Fontana dell’Altare della Patria usata come piscina: caccia ai ‘bagnanti’

ROMA Fontana dell’Altare della Patria usata come piscina: caccia ai ‘bagnanti’.

ROMA Fontana dell’Altare della Patria usata come piscina. Non bastano le multe da 450 Euro a scoraggiare turisti e cittadini che combattono il caldo nelle fontane storiche della Capitale. L’ultimo episodio domenica pomeriggio, sotto gli occhi basiti di centinaia di turisti. Alcuni vandali, evidentemente in cerca di refrigerio, hanno pensato bene di farsi un bagno in una delle fontane del monumento del Vittoriano. Un lungo bagno, ripreso con video e foto poi postati (e condivisi a manetta) sui social.

Un vero e proprio sfregio, su cui sta indagando il Comando Generale del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale. Il quale, dopo aver divulgato le foto degli autori del gesto, ha reso noto che “sta svolgendo tutti gli accertamenti utili per risalire agli autori del gesto, che offende gravemente il sentimento nazionale e la memoria dei caduti a cui il monumento è dedicato. Dalle prime informazioni assunte, è emerso che trattasi di persone di nazionalità straniera, madrelingua inglese. Questo Comando invita tutte le autorità consolari ad una fattiva collaborazione per individuare i responsabili di questa condotta illecita ed oltraggiosa“.

E non è il primo episodio del genere nella Capitale. Centinaia infatti i turisti multati nel corso degli anni dai vigili urbani. Da Fontana di Trevi a piazza Navona, Campo de’ Fiori (dove alcuni cittadini francesi lo scorso luglio si buttarono per festeggiare la vittoria della Francia ai Mondiali), fino al Gianicolo. Persino la fontana di Piazza del Popolo, teatro di un bagno del presidente dell’As Roma James Pallotta. Un episodio quest’ultimo nato per festeggiare la vittoria dei giallorossi sul Barcellona in Champions League e che si concluse con le scuse e una multa pagata dal patron romanista.

Ma in genere questi ‘bagnanti’, che mai mancano di immortalare la loro impresa in video e foto, sono turisti, sedicenti artisti, performer e starlette della tv, in cerca di ‘like’ sui social e pubblicità. Tra questi ultimi, l’ex gieffina Aida Nazar, multata per ben due volte dopo essersi gettata prima a Fontana di Trevi e poi a piazza Navona. E proprio nella prima nelle ultime due settimane gli agenti della Polizia Locale hanno pizzicato almeno quattro bagnanti mentre si rinfrescavano nei monumenti romani.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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