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SUTRI Sgarbi contro il “suo” comune: “Sistema mafioso, vado a Sirmione…”
SUTRI Sgarbi, sindaco della cittadina in provincia di Viterbo da appena due mesi, si scaglia contro il suo vicesindaco ed un consigliere.
<strong> SUTRI Sgarbi, a due mesi dalla sua elezione a primo cittadino, critica il sistema familistico che ha trovato nell’ammistrazione del paesino, paragonandolo alla mafia. Vorrebbe per questo chiedere lo scioglimento o il commissariamento al prefetto del Comune. Ha chiesto le dimissioni del suo vicesindaco e di un consigliere, definendo “fascista” il comportamento adottato da entrambi. Poi promette: “Il 21 settembre mi dimetterò da sindaco, ho preso contatti con l’amministrazione di Sirmione“.
“CONTROLLO POLITICO DI ALCUNE FAMIGLIE”
Sgarbi non ci va leggero: “L’amministrazione di Sutri appare difficoltosa per consuetudini di poteri familiari che scavalcano la volontà di programmazione del sindacol’immobilità si era manifestata con il volto cortese del vicesindaco Felice Casini, e ieri con l’aggressività squadrista di un vero fascista, cognato di Casini. Due facce della stessa medaglia. Come loro stessi confermano con l’insolente post in cui sono fotografati insieme con il commento, tipicamente fascista, ‘finoallafine, per noi non è un motto ma uno stile di vita’. Bello stile di vita. Insinuante e violento. Firmato dal fascista e condiviso dal democristiano. I cittadini di Sutri vivono un controllo politico di alcune famiglie che hanno perpetuato il potere pensando di continuare a controllare la città, con un sindaco di immagine come uomo dello schermo. Dopo il comportamento di ieri, condiviso da assessori e consiglieri di maggioranza, vanno sconfessati. Non so se il vicesindaco Casini intenda ‘finoallafine’ stare unito al violento consigliere Amori, o accetti le mie condizioni: le dimissioni da consigliere di Amori per vilipendio delle istituzioni e indegnità morale e politica, o dimettersi con lui“.
“PRONTO A CHIEDERE LO SCIOGLIMENTO”
“Una esperienza così non l’avevo vissuta neanche a Salemi dove le famiglie non ritenevano di essere superiori alla democrazia assembleare e non insultavano e minacciavano ma discutevano. Il potere di alcuni gruppi famigliari a Sutri è affine al potere mafioso e si configura come estraneo alla democrazia. Sono pronto a denunciarlo a Sutri e a chiedere al prefetto, in vigore di tali comportamenti, lo scioglimento del Comune e il suo commissariamento. Per quello che mi riguarda la mia esperienza da qui in avanti sarà a tempo definito. Occorre il ripristino delle regole”.