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La prima gara dei Mondiali di pallavolo si giocherà a Roma. Ecco quando e dove

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La prima gara dei Mondiali di pallavolo si giocherà a Roma. Ecco quando e dove

Ottima notizia per la città e per i fan del volley, infatti la partita inaugurale dei Mondiali di pallavolo si giocherà a Roma

La gara inaugurale tra Italia – Giappone dei Mondiali di pallavolo si giocherà a Roma. Una notizia ufficiale che fa sorridere la Capitale. Verrà giocata al Foro Italico domenica 9 settembre alle ore 19.30. Inizialmente si pensava ad un pericolo maltempo e allo spostamento del match nel Palalottomatica ma alla fine dopo una riunione, si è deciso di rimanere con la decisione presa inizialmente. I biglietti sono terminati già a giugno

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Sarà con noi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e abbiamo voluto invitare anche i campioni del mondo delle Nazionali del ’90, ’94 e ’98”. 

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Paura a Roma: bambina di 12 anni sparisce nel nulla

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Paura a Roma: bambina di 12 anni sparisce nel nulla

Attimi di paura nel cuore di Roma, nella mattinata di venerdì, quando una turista di appena 12 anni, originaria della Cambogia, si è smarrita per le strade del quartiere Borgo, nei pressi di San Pietro. La giovane, allontanatasi dall’albergo dove alloggiava con la famiglia senza lasciare alcuna comunicazione, si è ritrovata sola e senza punti di riferimento in una città sconosciuta.

Priva di documenti e senza cellulare, la ragazzina vagava spaesata e in evidente stato di agitazione quando è stata notata da una pattuglia della Polizia Locale di Roma Capitale, in servizio di presidio sul territorio. Gli agenti del I Gruppo Prati si sono avvicinati con tatto e sensibilità, riuscendo a calmarla e conducendola nella sede di via del Falco.

Nel frattempo, grazie a una rapida attività di accertamento, la famiglia della giovane è stata rintracciata e ha potuto raggiungerla in breve tempo. Il ricongiungimento, avvenuto in un clima di forte emozione, ha permesso anche di rispettare gli impegni di viaggio della famiglia, che nel pomeriggio aveva un volo prenotato per rientrare in Cambogia.

In un mondo spesso frenetico e distratto, è commovente vedere come un gesto di cura e tempestività possa trasformare l’angoscia in gratitudine. Un piccolo miracolo in una città che sa ancora prendersi cura dei suoi visitatori.

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Che cos’è la Febbre West Nile che sta mettendo paura nella regione Lazio

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Che cos’è la Febbre West Nile che sta mettendo paura nella regione Lazio

Dopo la morte della donna a Latina, è giusto capire meglio che cosa sia la febbre West Nile

La febbre West Nile è una malattia virale causata dal virus West Nile (West Nile Virus, WNV), appartenente alla famiglia dei Flaviviridae. Il virus fu isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto di West Nile, da cui prende il nome. Attualmente, il virus risulta diffuso in diverse aree geografiche del mondo, tra cui Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e il continente americano.

Modalità di trasmissione

Secondo quanto riportato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, i principali serbatoi naturali del virus sono rappresentati dagli uccelli selvatici e dalle zanzare, in particolare quelle del genere Culex, le cui punture costituiscono il principale veicolo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di trasmissione, seppur rari, includono trasfusioni di sangue, trapianti d’organo e la trasmissione verticale da madre a feto durante la gravidanza. È bene sottolineare che la febbre West Nile non si trasmette per contatto diretto da persona a persona. Oltre all’uomo, il virus può infettare anche altri mammiferi, in particolare i cavalli, ma talvolta anche cani, gatti, conigli e altre specie.

Periodo di incubazione e sintomatologia

Il periodo di incubazione, ovvero l’intervallo di tempo tra la puntura della zanzara infetta e la comparsa dei sintomi, varia generalmente tra i 2 e i 14 giorni, ma può prolungarsi fino a 21 giorni nei soggetti immunodepressi.

Nella maggior parte dei casi (circa l’80%), l’infezione decorre in modo asintomatico. Fra i soggetti sintomatici, circa il 20% manifesta sintomi di lieve entità: febbre, cefalea, nausea, vomito, linfoadenopatia e eruzioni cutanee. La durata di tali sintomi può variare da pochi giorni a qualche settimana, e l’intensità dipende in larga misura dall’età e dallo stato di salute del paziente. Nei bambini, si presenta più frequentemente una febbre modesta; nei giovani adulti, la sintomatologia include febbre medio-alta, congiuntivite, dolori muscolari e cefalea; negli anziani e nei soggetti debilitati, le manifestazioni cliniche possono essere più severe.

Le forme gravi si riscontrano in meno dell’1% dei casi (1 ogni 150 persone infette) e includono sintomi quali: febbre elevata, intensa cefalea, debolezza muscolare, stato confusionale, tremori, disturbi visivi, torpore, convulsioni, fino a giungere, nei casi più gravi, a paralisi o coma. Alcuni effetti neurologici possono risultare permanenti. In rari casi (circa 1 su 1.000), l’infezione può evolvere verso un’encefalite a esito fatale.

Diagnosi

La diagnosi di infezione da virus West Nile si basa principalmente su esami di laboratorio, come i test ELISA o di immunofluorescenza, volti a rilevare la presenza di anticorpi IgM nel siero o nel liquido cerebrospinale. Tali anticorpi possono persistere anche per lungo tempo (fino a un anno), e pertanto la loro presenza può segnalare anche una infezione pregressa. In alcuni casi, i campioni prelevati nei primi otto giorni dall’insorgenza dei sintomi possono risultare negativi; per tale ragione si raccomanda, laddove necessario, di ripetere il test a distanza di tempo. In alternativa, la diagnosi può essere confermata tramite PCR o coltura virale sui medesimi campioni.

Prevenzione

Attualmente non esiste un vaccino approvato per la febbre West Nile, sebbene siano in corso studi in tal senso. La prevenzione si fonda principalmente sull’adozione di misure atte a limitare l’esposizione alle punture di zanzara, in particolare durante le ore di maggiore attività (all’alba e al tramonto).

Le principali misure preventive includono:

  • l’uso di repellenti cutanei specifici;
  • l’adozione di abbigliamento protettivo, con pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe;
  • l’installazione di zanzariere alle finestre;
  • la rimozione dell’acqua stagnante da contenitori esterni, quali vasi, secchi e sottovasi;
  • il cambio frequente dell’acqua nelle ciotole per animali;
  • il rimessaggio verticale delle piscine gonfiabili quando non in uso.

Trattamento

Non esiste una terapia antivirale specifica per la febbre West Nile. Nei casi lievi, i sintomi tendono a regredire spontaneamente in pochi giorni o settimane. Nei casi gravi, invece, si rende necessario il ricovero ospedaliero, con somministrazione di terapie di supporto, quali fluidi per via endovenosa e, nei casi più compromessi, ventilazione assistita.

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