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PD braccio di ferro Renzi-Zingaretti

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PD braccio di ferro Renzi-Zingaretti

Pd, braccio di ferro Renzi-Zingaretti. Nel Partito Democratico tutti dicono di volere il congresso ma aumentano i sospetti su presunte manovre per rinviarlo. Nel frattempo però si alzano i toni dello scontro tra l’unico candidato finora alla segreteria, Nicola Zingaretti, e i sostenitori del leader ombra Matteo Renzi.

PD braccio di ferro Renzi-Zingaretti. La deputata Anna Ascani parte all’attacco: “Il governatore del Lazio fa grandi aperture ai 5 Stelle. Noi abbiamo una visione diversa. Ci saranno due candidati e vedremo chi otterrà il consenso della base”. L’ex premier invita a iscriversi all’annuale convention renziana della Leopolda che si terrà dal 19 al 21 ottobre a Firenze. “Rischia di essere la più partecipata di sempre”, avverte Renzi.

Domani si terrà la prima riunione della Commissione per lo statuto del Pd, con l’ipotesi di cambiare alcune norme. Sempre domani e giovedì assemblee dei gruppi di Camera e Senato. A Palazzo Madama possibile un confronto tra il senatore Renzi e il segretario Maurizio Martina, amareggiato per l’assenza dei big al suo comizio di chiusura della Festa nazionale dell’Unità a Ravenna. Mentre Renzi a Firenze contro-comiziava: “L’affetto che trovo in giro ha sorpreso anche me”, scrive. Continua a dire di non volersi candidare ma chi lo conosce non esclude niente.

I nomi alternativi circolati non entusiasmano a parte l’indisponibile Graziano Delrio. Renzi ha parlato a un incontro a Milano sul futuro dell’Ue organizzato dalla Algebris del finanziere Davide Serra. Un sostenitore che negli anni passati gli ha attirato critiche e alienato simpatie. I renziani si riuniranno a Salsomaggiore (Parma) il 20 e 21 settembre per un meeting più organizzativo che di dibattito. Assicurano di non volere rinviare il congresso, ipotesi che credono tenti invece Martina. Deputati vicini al segretario sottolineano che questi non si fa trascinare nei giochi di posizionamento tra correnti e che rispetterà il mandato dell’assemblea Pd anche sui tempi del congresso.

Quindi l’appuntamento resta fissato entro marzo, con le elezioni europee a maggio. Il 30 settembre i Democratici saranno in piazza a Roma contro il governo. “Da giorni i giornali spiegano che il Pd potrebbe rinviare il suo congresso perché manca un’alternativa a Zingaretti e i cosiddetti renziani vorrebbero far saltare tutto per evitare il rischio di perdere”, dice l’assessore Pd di Milano Pierfrancesco Majorino, e questa “sarebbe una scelta semplicemente folle”.

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SALVINI SU PACE FISCALE E PENSIONI

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo

Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.

Tematiche Affrontate nell’Incontro

Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.

L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.

Prospettive di Ulteriori Incontri

Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.

Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura

La Lettera di Dimissioni

Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.

Pressioni e Malumori nel Governo

Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.

Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy

Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.

Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future

Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.

Reazioni e Riconoscimenti

Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.

In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.

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