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TORREVECCHIA Uomo trovato morto in casa: è giallo

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TORREVECCHIA Uomo trovato morto in casa: è giallo

TORREVECCHIA Uomo trovato morto in casa: è giallo

TORREVECCHIA Uomo trovato morto in casa. Si tratta di un ucraino di 48 anni, deceduto nella sua abitazione, in via Alessandro Solivetti. Sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri, che, anche con l’ausilio dell’autopsia, cercheranno di far luce sui punti ancora oscuro.

Tutto ha avuto inizio ieri mattina, intorno alle 7.50. Una telefonata, giunta al Numero Unico per le Emergenze, allerta i militari dell’Arma, che si recano sul posto, al civico 31 di via Solivetti. Bussano numerose volte alla porta dell’appartamento, ma nessuno risponde. Ci vuole quindi l’ausilio dei Vigili del Fuoco per consentire l’accesso ai Carabinieri di Montemario. I quali si trovano davanti una scena inequivocabile: un uomo, riverso sul pavimento di casa, morto.

Durante un primo esame del cadavere, i militari hanno rinvenuto sulla fronte del 48enne una ferita all’altezza della fronte. Lesione di cui ora il Nucleo Investigativo di via in Selci dovrà determinare la causa. A tal proposito, due sono le ipotesi al momento in campo: una caduta violenta sul pavimento, dovuta forse ad un malore, oppure un oggetto contundente che avrebbe colpito l’uomo, rimasto solo a Roma con la famiglia in Ucraina.

Nel corso delle indagini, saranno inoltre ascoltati i vicini di casa dell’ucraino, per capire se si siano sentite o meno urla riconducibili ad una collutazione. Ulteriori dettagli arriveranno poi dall’autopsia, che verrà eseguita nelle prossime ore, e dai rilievi scientifici dei militari. Al momento non si esclude alcuna pista.

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Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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