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Barbara D’urso vs Francesco Monte GF Vip 4

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Barbara D’urso vs Francesco Monte GF Vip 4

Barbara D’urso: <Francesco Monte è contro le lesbiche>

Oggi assisto al programma “pomeriggio 5”, l’ammiraglia di Mediaset, e ad un certo punto, mentre in studio regna l’allegria dursiana, Barbara D’urso si arrabbia nel vedere in differita quello che Francesco Monte riferisce sulle lesbiche: “Vedere due donne che si baciano mi fa schifo”.

In effetti quella frase ha risuonato anche nelle mie orecchie.

Barbara D’urso esclama asserendo che spera che Francesco Monte non sia convito di quanto asserito, sarebbe un grave atto di omofobia.

Io non vedo nulla di male nell’afferire che vedere due donne baciarsi fa schifo. Dove sarebbe l’omofobia? Questa parola è indice di paura e avversione verso le persone omosessuali? Francesco Monte dice che a lui fa schifo. Non dice che le lesbiche fanno schifo. Allora nessuno è più libero di esprimere pareri di gusto?

Di contro stasera durante la dirette del GF ho assistito a qualcosa di sconcertante.

Alessandro Cecchi Paone che corteggia in modo spinto Fabio il judoka. Addirittura con complimenti sulla sua corporatura mentre si porta la mano al suo pene cercando di farglielo vedere. Una inquadratura da Oscar.

Ma, allora, se uno dice “no”, è omofobo; ma se non dice niente è… uno che ci sta? Che messaggi vuole trasmettere Mediaset?  Forse che è giusto corteggiarsi fra persone dello stesso sesso. Ma chi non è omosessuale deve stare zitto?

Mai uso la parola gay perché in inglese vuol dire gioioso, e mi sembra razzistico che gioiosi siano solo gli omosessuali…

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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