Cultura
ROMA ANTICA Le battaglie di Bedriaco
ROMA ANTICA Bedriaco era una località della Gallia transpadana distante circa 20 miglia da Cremona. Situata sulla via che da Cremona conduceva a Mantova e a Ostiglia. Corrisponde su per giù all’odierna Calvatone.
Furono due le battaglie che si svolsero nel 69 d.C. tra Bedriaco e Cremona. Una fra gli eserciti di Otone e Vitellio, l’altra fra quelli di Vitellio e Vespasiano. La prima diede a Vitellio l’impero, la seconda glielo ritolse. Le due battaglie si svolsero a breve distanza di tempo nello stesso luogo. Il motivo era da ricercare nell’importanza che Cremona e Bedriaco avevano nella difesa della linea del Po e quindi dell’Italia contro eventuali invasioni da Settentrione o dall’Oriente.
LA PRIMA BATTAGLIA (14 APRILE 69)
Dei due eserciti che Vitellio aveva mandato in Italia dalla regione renana (senza gli ausiliarî 70.000 uomini) quello comandato da Alieno Cecina, giunto prima, occupò tutto il territorio transpadano sino a Cremona. Qui lo raggiunse l’esercito vitelliano guidato da Fabio Valente. Le truppe di Otone che dovevano impedire ai Vitelliani di oltrepassare la linea del Po erano inferiori. Sia nel numero (al massimo 35.000 uomini) che nella qualità. Otone accrebbe ancora l’inferiorità con il suo piano di guerra. Le coorti urbane e una piccola parte dei pretoriani impiegate nell’inutile spedizione navale nella Gallia Narbonense. Un altro gran numero di pretoriani restò vicino a Otone nel quartier generale di Brescelto.
Il resto dell’esercito, eccetto il presidio di Piacenza, si accentrò a Bedriaco, alla sinistra del Po. Solo duemila i gladiatori lasciati alla destra del Po di fronte a Cremona per impedire il passaggio del fiume ai vitelliani. Ma apparve presto evidente che questi avrebbero potuto presto vincere la debole resistenza. E che, attraversato il Po, tagliato il collegamento di Piacenza con il resto delle forze otoniane. La superiorità numerica dei vitelliani avrebbe permesso un rapido accerchiamento degli avversari e liberato la strada per Roma. Otone avrebbe potuto rivoltare la situazione solo riportando le truppe sulla riva destra. La manovra però, estremamente pericolosa, non venne nemmeno tentata.
L’ATTACCO CONCLUSIVO
Restava solo da tentar di distaccare i vitelliani dal Po. Ciò tentò di fare Otone, che decise di dare battaglia senza aspettare i rinforzi dall’Illirco e dalla Mesia. L’attacco, a quattro miglia da Cremona, si distese tra la via Postumia (che passava per Cremona e Bedriaco) e il Po. L’attacco frontale otoniano sferrato nella direzione della confluenza tra l’Adda e il Po, allora probabilmente assai più vicina a Cremona, tendeva a scalzare i vitelliani dal contatto con il fiume ma fu respinto disastrosamente. Gli otoniani ritornarono in fuga a Bedriaco e Otone si uccise.
LA SECONDA BATTAGLIA (24 OTTOBRE 69)
La seconda battaglia fu combattuta da cinque legioni flaviane al comando di Antonio Primo contro cinque legioni, sette vexilla e molti ausiliari vitelliani, concentratisi in Cremona dopo il tradimento del loro generale Cecina. La mancanza di un comandante supremo impedì ai vitelliani di organizzare una salda difesa. Dopo alcuni minori scontri diurni nella medesima località della precedente battaglia Antonio Primo accerchiò di notte gli accampamenti dei vitelliani che stavano davanti a Cremona. Presi d’assalto gli avversari procedette all’espugnazione della città che si dovette arrendere e quindi messa a sacco. Anche questa volta la via di Roma risultò agevolata al vincitore.
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