Cultura
ROMA ANTICA La cometa di Halley
ROMA ANTICA La cometa di Halley. L’astronomo britannico Edmond Halley aveva capito che una cometa era solita farsi rivedere in cielo a intervalli regolari. Fu il primo a intuire la periodicità della cometa che da allora porta il suo nome. E fu anche il primo a calcolarne l’orbita scoprendo che la più famosa tra le comete faceva capolino nella volta celeste ogni 76 anni circa. Una circostanza che si era verificata tante altre volte nella storia.
<strong>La cometa di Halley. La prima volta che venne avvistata era il 30 marzo 239 a.C.. Da allora la cometa (ufficialmente 1P-Halley) non sarebbe mai più passata inosservata e avrebbe fatto da cornice a importanti avvenimenti storici. Spesso è stata ritenuta portatrice di oscuri presagi o di avvenimenti eccezionali. Le coincidenze risalgono già alla sua quarta apparizione (documentata) il 10 ottobre del 12 a.C.. Secondo alcuni la sua comparsa spiegherebbe la famosa Stella di Betlemme che guidò i re Magi verso la natività. Nel 1066, invece, la scia luminosa accompagnò la Battaglia di Hastings tra anglosassoni e normanni per il controllo dell’Inghilterra. Passaggio visto di buon auspicio da questi ultimi che per festeggiare la vittoria la raffigurarono nell’arazzo di Bayeux.
Nel 1301 la cometa passava sopra la testa di Giotto che ne prese ispirazione per raffigurare una stella dalla lunga coda splendente nella sua Adorazione dei Magi. Non è un caso se la sonda spaziale dell’Agenzia europea che studia la cometa di Halley prende proprio il nome del pittore. Della cometa fino all’intuizione di Halley non si ebbe notizia, per secoli si ritenne che i loro passaggifossero eventi unici. Solo dopo la scoperta dell’astronomo inglese si cominciò a cercare nel passato testimonianze storiche e astronomiche. La scoperta di Halley era iniziata nel 1682.
Testimone del passaggio della cometa prese a studiare quegli oggetti celesti da vicino. Occhi puntati al cielo e alle prese coi numeri Halley nel 1705 calcolò, grazie alle leggi elaborate da Isaac Newton e alle teorie di Keplero, la traiettoria di ventiquattro comete descritte dal 1337 al 1698. E così, basandosi sulle descrizioni storiche, scoprì che i passaggi del 1531, del 1607 e del 1682, avevano caratteristiche assai simili. Talmente simili da indurlo a credere che si trattasse sempre dello stesso corpo celeste. Se avesse avuto ragione la cometa sarebbe apparsa di nuovo nel 1758, dopo 76 anni circa. E così fu. Halley però morì nel 1742 e non fece in tempo a vedere quello che i calcoli gli avevano suggerito. La cometa si presentò puntuale la sera di Natale del 1758 e di nuovo nel 1835, nel 1910 e ancora nel 1986. Per rivederla ora bisognerà attendere il 2061.