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Cronaca

Nunziatura Roma: due scheletri che portano forse alla Orlandi e alla Gregori?

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Nunziatura Roma: due scheletri che portano forse alla Orlandi e alla Gregori?

Due scheletri ritrovati durante lavori di ristrutturazione della Nunziatura Roma. Forse i resti sono appartenenti a persone di sesso femminile.

Nunziatura Roma, il ritrovamento fa scalpore. Sia perché non ci dovrebbero essere scheletri di nessun tipo, a maggior ragione di esseri umani, e niente che abbia a che fare con strutture di religione se non i cimiteri preposti. Fa scalpore, fa scandalo, fa clamore, l’aver trovato due scheletri sotto il pavimento della Nunziatura. Ma al giorno d’oggi siamo abituati a tutto, e anche la Chiesa Cattolica ha i propri scheletri nell’armadio come quelli sotto le pavimentazioni delle loro strutture religiose.

7 maggio Mirella Gregori, 22 giugno Emanuela Orlandi. Entrambe scomparse a 15 anni. Siamo negli anni 80, agli inizi degli anni 80, queste due splendide ragazze romane scompaiono non si sa dove. Passano 30 anni e il ritrovamento di questi due scheletri, in parte raccapricciante e in parte risolutorio, fa sperare che possono appartenere a loro. In questo modo le loro famiglie potranno piangere le loro amate figliuole e concedere loro la degna sepoltura.

L’esame del DNA potrà essere risolutorio, ma gli inquirenti lamentano la pochezza del tessuto del DNA conservato, poiché si suppone non sia stato conservato nel modo giusto. Fa scalpore anche perché per anni si è detto che il Vaticano sapeva e tacque. Fa scandalo perché anno dopo anno si è detto che le due ragazze sono state rapite perché avevano visto qualcosa che non dovevano vedere ma che di certo il Vaticano dell’epoca non sapesse nulla e invece oggi quei due scheletri, che si spera possono avere subito un nome, suscitano sdegno e paura in una chiesa cattolica che è sempre più nel marasma della sua stessa fede.

Gli inquirenti stanno aspettando di sapere se i due scheletri siano stati messi lì da poco tempo, forse qualche anno, oppure da ormai 35 anni. Quindi se sarà dimostrato che i due scheletri non sono lì da quando scomparsi, nel caso in cui appartengono alle due ragazze, bisognerà supporre che il Vaticano ha troppe cose da nascondere.

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Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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