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Cronaca

APRILIA Disinnescato ordigno della Seconda Guerra Mondiale

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APRILIA Disinnescato ordigno della Seconda Guerra Mondiale

APRILIA Disinnescato ordigno della Seconda Guerra Mondiale dagli artificieri dell’Esercito.

APRILIA Disinnescato ordigno della Seconda Guerra Mondiale. L’operazione, effettuata dagli artificieri dell’Esercito, si è svolta su una bomba d’aereo inglese da 500 libbre, circa 230 chili, risalente al secondo conflitto mondiale, rinvenuta nei pressi del comune a sud di Roma. A disattivarlo, riferisce un comunicato, gli specialisti del 21mo Reggimento Genio guastatori di Caserta, responsabili per l’Esercito quando c’è da bonificare residuati bellici ritrovati in provincia di Latina. Coordinati dalle Prefetture di Latina e di Roma, hanno iniziato a lavorare alle 7, sgomberando un’area di circa 1.800 m di raggio. Evacuati dunque per sicurezza gli oltre 3 mila residenti e sospesa la circolazione ferroviaria e degli autoveicoli in tutta l’area limitrofa. Per ridurre il raggio di sgombero, i militari hanno messo su delle opere di contenimento provvisionali. In tal modo hanno diminuito sia il numero dei cittadini da evacuare che i disagi alla popolazione.

Alle ore 10:48 circa si è proceduto a rimuovere le spolette, i due congegni meccanici di attivazione dell’ordigno. Tale fase si e’ conclusa alle ore 12:20, con un’ora di anticipo sull’iniziale tabella di marcia. Dopo essere stata resa inoffensiva, la bomba e’ stata poi portata nella cava Stradaioli di Aprilia, dove ha brillato alle ore 15:10. L’ordigno si inserisce dunque tra i più di 1700 neutralizzati da inizio anno dai team di specialisti dell’Esercito quotidianamente su tutto il territorio nazionale. In totale, sono stati oltre 35 mila gli interventi di bonifica effettuati negli ultimi dieci anni. L’Esercito e’ l’unica Forza armata che forma e aggiorna gli artificieri delle Forze e dei Corpi armati dello Stato. L’attività duale dei reparti del Genio interviene non solo in casi istituzionali ma anche di pubblica utilita’ e calamita’. Un esempio, in quest’ultimo senso, è dato dai comuni del Centro Italia, dove assetti del 21mo Reggimento Genio Guastatori stanno provvedendo a demolire edifici inagibili e trasportare e rimuovere le macerie.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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