Cultura
ROMA ANTICA Il Lectisternia Cibele
ROMA ANTICA Il Lectisternia Cibele era una antica cerimonia propiziatoria costituita da un pasto offerto a dei e dee. La parola deriva da sternere lectum, «stendere a terra». Convitto sacro in cui venivano offerte vivande alle immagini delle divinità adagiate su un letto con il braccio sinistro appoggiato su un cuscino.
Nel Lectisternia Cibele le divinità erano rappresentate dai loro busti o statue o da figure portatili di legno, con teste di bronzo, cera o marmo, coperte di tendaggi. Avanzata anche una ipotesi in cui le immagini divine fossero a volte fasci di erbe sacre legati insieme a forma di testa, coperte da una maschera di cera in modo da somigliare a un busto piuttosto come le figure di paglia chiamati Argei. Venivano stesi su un divano posto in mezzo alla strada con il pasto davanti su un tavolo.
Livio riferisce che la cerimonia venne svolta per la prima volta a Roma nell’anno 399 a.C.. A seguito di una pestilenza che aveva costretto alla consultazione dei Libri Sibillini da parte dei faciundis Sacris duumviri. I due (successivamente 15) funzionari sacerdotali che mantenevano l’archivio. In quel primo caso si prepararono tre divani per tre coppie di dei: Apollo e Latona, Ercole e Diana, Mercurio e Nettuno. La festa durò otto (o sette) giorni. Tutte le case furono tenute aperte, banditi i litigi, dimenticati i debiti, liberati i prigionieri e fatto di tutto per bandire il dolore. Onori simili successivamente furono riservati anche alle tre divinità Capitoline (Giove, Giunone, Minerva), Fortuna, Giunone Regina del Aventino, Saturnus).
ALTRI LECTISTERNIA
Nel 217 a.C. dopo la sconfitta al lago Trasimeno si indisse un lectisternio di tre giorni per sei paia di divinità, corrispondenti a quelle olimpiche dell’antica religione greca: Apollo, Cerere, Diana, Giove, Giunone, Marte, Mercurio, Minerva, Nettuno, Venere, Vesta e Vulcano. Nel 205 a.C. i Romani andarono a prendere la Grande Madre degli dei da Pessinunte, in Frigia. L’anno dopo l’immagine fu portata a Roma e si tenne un grande lectisternio. Più recentemente divenne un evento costante, anche quotidiano in certi templi. Vi era poi un lecisternio con drappeggi.
Aulo Irzio riferisce che Giulio Cesare fu accolto con “un pranzo con divani drappeggiati” dopo la sua vittoria in Gallia, in previsione di un prossimo trionfo. Segno che si stavano divinizzando i personaggi che stavano per prendere in mano Roma. In età imperiale le sedie sostituirono i divani e il lectisternio divenne un sellisternium. È questo un punto di distinzione tra la pratica originale del lectisternio al cosiddetto Epulum Jovis. Tali pranzi si utilizzavano anche nelle feste in ricordo dei morti. Offerte di cibo fatte agli dei si usavano anche nella cerimonia della confarreatio e nell’Epulum Jovis.