Politica
Raggi da Floris e Vespa: “Assolta dopo due anni di fango. Ora spero…”

La sindaca di Roma Virginia Raggi da Floris e Vespa parla a 360°: le sue dichiarazioni.
Doppia apparizione televisiva ieri sera per Virginia Raggi da Floris e Vespa. Un’occasione per prendersi la sua ‘rivincita’ sui media. “Il giudice ha accertato che non ho rubato e che non ho mentito”, ha esordito a ‘Di Martedì’, su La7. “Dopo due anni di fango sono stata assolta a formula piena” ha poi aggiunto. Ribadendo il concetto anche a ‘Porta a porta’ su Rai1: “Ora spero che questa sentenza metta fine a questo clima di odio”.
Clima che però nei giorni scorsi è sfociato in un attacco del vice premier Di Maio alla stampa: “Credo che alcuni titoli siano stati degli sciacalli”, commenta la Raggi su La7. “Sono stata descritta come una donna dissoluta che quasi era l’amante di tutti gli uomini che passavano in Campidoglio”. Poi prosegue su Rai1: “Oggettivamente ho subito un processo mediatico per cui sono stata descritta come Jack lo squartatore o il mostro di Milwaukee. Sono state dette molte cose perché sono una donna: da patata bollente a patata bollita e oca del Campidoglio. Siamo andati oltre. Lei cosa avrebbe detto?”.
Gli errori tuttavia non sono mancati e la sindaca ne è cosciente: “Solo chi non fa non sbaglia. L’importante è non ripeterli”, le sue parole su La 7. E sulle lamentele spiega: “I cittadini mi contestano perché loro come me sono impazienti di vedere i risultati”. Il primo cittadino non promette miracoli, ma chiede che “i giudizi vanno tirati alla fine dei cinque anni. I romani mi hanno votato per un cambiamento radicale e profondo che significa anche agire sulle modalità con cui sono state fatte le cose a Roma”.
“La prossima settimana iniziano i lavori sul verde” sottolinea poi su Rai1. “Li abbiamo aspettati due anni e io sono la prima a essere molto impaziente”. E ancora: “Le gare per le strade si stanno svolgendo sia a livello centrale che municipale. Solo quest’anno abbiamo finanziato 140 milioni per le gare, alcune già aggiudicate. Però al Governo, con un emendamento, abbiamo chiesto 250 milioni di euro per 5 anni da investire solo su strade e verde”. Infine: “Arriveranno 600 nuovi vigili entro fine anno. I 150 appena assunti, riconoscibili dal fratino giallo, sono già tutti in strada. Ma io ho chiesto al Governo di arrivare a completare l’organico dei vigili con altri 2.000 agenti, che è il minimo indispensabile”.
La sindaca si sofferma poi sul tema della sicurezza e degli sgomberi, correlato al suo rapporto con il maggior esponente dell’alleato di governo, il ministro dell’Interno. “Salvini su San Lorenzo ha promesso altri 250 uomini delle forze dell’ordine” ha affermato. “Li sto aspettando perché sul tema della sicurezza a Roma, così come in tutte le altre città, questo è un tema che devono affrontare le forze dell’ordine”.
Sulle occupazioni: “Se vogliamo risolvere il problema non possiamo pensare di andare a spianare tutto con la ruspa che ha un grande effetto scenico ma la conseguenza reale di spostare le persone da un posto all’altro. Noi abbiamo già accolto 120 persone con il sistema dell’accoglienza”, le parole a Floris. Che poi chiede lumi sugli altri 26 sgomberi che Salvini avrebbe già pronti: “Si può mettere in fila. – risponde la Raggi – I comuni sul tema degli sgomberi devono garantire assistenza alle persone più fragili e dare un supporto con la Polizia Locale ma chi decide è il Prefetto. Salvini parla tanto e porta la ruspa ma poi nel concreto per non portare un problema di ordine pubblico al suo prefetto ha detto che i nostri criteri sono di buon senso”. Poi ha aggiunto: “Per l’accoglienza ho chiesto al Governo di darmi caserme e forti”.
Vespa invece interroga su un possibile rimpasto: “Io sono stata eletta su un programma. Fintanto che gli assessori si impegnano per quegli obiettivi, hanno titolo a restare nella squadra. Se vedo una sostanziale divergenza, beh insomma… Io periodicamente faccio una verifica e faccio il punto della situazione”. Sulle sue prospettive in vista delle comunali 2021, poi, la Raggi ribadisce: “Dico sempre che prima dobbiamo arrivare vivi alla fine del mandato. Intanto ci sono tante cose da fare”.
Politica
Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo
Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.
Tematiche Affrontate nell’Incontro
Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.
L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.
Prospettive di Ulteriori Incontri
Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.
Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.
Politica
Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura
La Lettera di Dimissioni
Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.
Pressioni e Malumori nel Governo
Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.
Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy
Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.
Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future
Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.
Reazioni e Riconoscimenti
Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.
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In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.
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