Cronaca
ROMA Sequestrati beni per oltre 105 milioni
ROMA Sequestrati beni per oltre 105 milioni. I finanzieri del Comando provinciale stanno eseguendo un sequestro preventivo di beni. Decreto emesso dal gip del Tribunale di Roma nei confronti di un sodalizio “dedito alla commissione di reati di frode fiscale, indebita compensazione di debiti tributari con crediti inesistenti, truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato”.
Sequestrati beni per oltre 105 milioni. Quattordici le persone denunciate e 13 le società coinvolte nell’operazione ‘Aranea’. La misura riguarda disponibilità finanziarie su conti correnti, titoli azionari, quote societarie e beni immobili. Coinvolte le province di Bologna, Frosinone, Latina, Milano, Roma, Salerno e Vibo Valentia, direttamente o indirettamente riconducibili agli indagati e alle società. Le indagini sono state svolte dal II Gruppo della Guardia di Finanza di Roma-Lido di Ostia con il coordinamento della procura capitolina. Scoperta l’esistenza di “una organizzazione criminale ideata e gestita da quattro soggetti principali tra commercialisti e ragionieri. I quattro attraverso la costituzione di una ragnatela di società fantasma (cosiddette cartiere) su cui ‘distribuire’ oneri tributari e previdenziali hanno garantito ad altre società compiacenti indebiti risparmi di imposta”.
Il meccanismo si incentrava sul coinvolgimento di persone disposte a rivestire l’incarico formale di legale rappresentante delle società fantasma. E, inoltre, sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Strumento per la maturazione di fittizi crediti verso l’erario. Crediti da utilizzare, attraverso il meccanismo della compensazione, per il saldo degli oneri contributivi.
LA FRODE
La frode come spiegano gli investigatori si articolava su tre distinti livelli: “Un primo livello costituito dalle società effettivamente beneficiarie dell’intero meccanismo di frode. Un secondo livello composto da soggetti giuridici ‘interposti’ esistenti solo sulla carta deputati all’assunzione formale di lavoratori, al connesso accollo degli obblighi contributivi e all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il terzo livello società cartiere funzionali all’emissione di fatture false in favore delle società interposte”.
Tale meccanismo permetteva alle società beneficiarie di non sostenere alcun esborso per il costo del lavoro se non limitatamente a quanto spettante, quale stipendio netto, ai dipendenti. Al contrario, impediva all’erario e agli istituti previdenziali e assistenziali di incassare quanto effettivamente dovuto. Le fiamme gialle del II Gruppo di Ostia, con la partecipazione di personale della Tenenza di Cecina, stanno sequestrando conti correnti, libretti di deposito, titoli azionari, quote societarie e immobili nella disponibilità delle società coinvolte e degli indagati fino all’importo complessivo di 105,4 milioni pari al controvalore della frode accertata avvalendosi dell’ausilio dei Reparti delle sedi di Bologna, Milano, Salerno e Vibo Valentia.