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ROMA Fatture false: sequestro beni per 15 milioni
Fatture false: sequestro beni per 15 milioni. Da questa mattina finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza stanno eseguendo un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Roma.
Fatture false: sequestro beni per 15 milioni. L’azione è stata portata a termine a conclusione di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina. Nell’ordinanza misure cautelari nei confronti di tredici persone. Tre di queste in carcere, sei agli arresti domiciliari e quattro divieti di esercitare attività di impresa per 12 mesi. Tutte gravemente indiziate a vario titolo di associazione per delinquere, fatture false, riciclaggio di proventi illeciti e bancarotta fraudolenta. Si sta procedendo al sequestro di denaro, unità immobiliari e autovetture per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.
Le indagini hanno consentito di approfondire la fase esecutiva di un appalto pubblico di 490 milioni di euro. Appalto affidato nel 2014 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a un Consorzio d’imprese (denominato “Postemotori”) per la gestione e rendicontazione dei pagamenti dei corrispettivi (tramite bollettini postali) dovuti dall’utenza. Tra l’altro per la revisione delle autovetture. Più in particolare le investigazioni hanno appurato la creazione da parte di una società consorziata di fondi occulti. Trasferiti in seguito in denaro contante da due referenti societari con cadenza settimanale nelle mani di un soggetto incaricato della materiale custodia della provvista. Prima in una propria cantina, poi in una cassetta di sicurezza dove dopo una perquisizione sono stati rinvenuti circa 500mila euro.
LA CONCLUSIONE DELLE INDAGINI
Gli approfondimenti contabili e finanziari hanno evidenziato lo stato di insolvenza di questa società consorziata (dichiarata fallita dal Tribunale di Roma nel maggio scorso) per debiti verso l’Erario per circa 20 milioni di euro, con reiterate azioni tese alla spoliazione di beni. Sono state ricostruite distrazioni per circa 10 milioni di euro nel giro di tre anni e mezzo. Parte di questi proventi sono stati trasferiti anche a due consulenti fiscali (A.C. di 57 anni e M.A. di 60), indagati nella distrazione fallimentare e raggiunti da misura cautelare degli arresti domiciliari. Il nuovo amministratore di diritto della società consorziata e tre amministratori/procuratori speciali della consorziata e di ditte subappaltatrici sono stati raggiunti da misura interdittiva. Tenuto conto della ricostruzione di altri fittizi rapporti economici emersi durante le investigazioni è stato ricostruito un volume di false fatturazioni emesse/ricevute di oltre 45 milioni.