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ESERCITO Feste per tutti ma non per migliaia di militari in Italia e all’estero

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ESERCITO Feste per tutti ma non per migliaia di militari in Italia e all’estero

ESERCITO Feste per tutti ma non per migliaia di militari in Italia e all’estero.

ESERCITO Feste per tutti ma non per migliaia di militari in Italia e all’estero. 10.500 per la precisione: ovvero, 3.200 impiegati nei principali teatri operativi all’estero e oltre 7.300 impegnati sul territorio nazionale a difendere la sicurezza internazionale e delle principali aree metropolitane del Paese.

Sul fronte missioni, si registrano negli ultimi giorni due novità al vertice: la prima riguarda la Brigata aeromobile “Friuli”, per il contingente di Herat in Afghanistan; la seconda la Brigata bersaglieri “Garibaldi”, da inizio autunno responsabile del settore ovest della missione Unifil in Libano a comando italiano. In Iraq, Somalia e Mali, invece, le forze di sicurezza locali vengono addestrate da unita’ e personale specialistico, mentre in Kosovo – sede della missione Nato-Kfor, di cui l’Italia è a capo dal 2013 – opera l’8 Reggimento artiglieria “Pasubio”.

In Italia, 53 citta’ vedono i militari impegnati nell’operazione “Strade Sicure” e contro l’emergenza “Terra dei fuochi”, per prevenire e contrastare crimini ambientali. Intensa l’opera anche nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma del 2016. Circa 16mila le persone arrestate da inizio operazione: a esse se ne aggiungono oltre 12.500 fermate e circa 19 mila denunciate a piede libero. Controllati inoltre circa 3 milioni e 300 mila persone e 1 milione e 400 mila mezzi, sequestrati oltre 13 mila mezzi, 1.150 armi e 2.290 chili di droga, mentre è giunto a mille il numero di demolizioni di infrastrutture pericolanti nelle aree del cratere sismico appenninico.

E non sono mancati, durante tutto il 2018, gli interventi dei nuclei artificieri dei reparti del genio: circa 3 mila (oltre 30 mila negli ultimi 10 anni) quelli specialistici per la bonifica di ordigni esplosivi e residuati bellici. Messi inoltre in esercizio, a favore della pubblica amministrazione, ponti del tipo Bailey per il ripristino della viabilita’ e 14 campagne antincendio effettuate con velivoli dell’Aviazione dell’Esercito. Importante infine è stato l’aiuto fornito alla protezione civile sia nelle emergenze causate dal maltempo sia in eventi tragici come il crollo del ponte “Morandi” a Genova.

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Cronaca

Cicalone, fa rosicare i rosiconi e dà voce a chi non ce l’ha. “Altro che divano, provateci voi!”

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Cicalone, fa rosicare i rosiconi e dà voce a chi non ce l’ha. “Altro che divano, provateci voi!”

Cicalone è tornato a colpire, e i rosiconi da tastiera possono solo mordersi le mani! Il noto youtuber, che da anni gira le periferie più dimenticate d’Italia per mostrare al mondo quello che nessuno vuole vedere, sta facendo impazzire chi lo critica stando comodamente seduto sul divano. Con i suoi video crudi e senza filtri, Cicalone porta alla luce volti, storie e persone che per troppi sono invisibili: ragazzi sfruttati, usati come pedine da chi vuole fare la morale o raccattare qualche like, ma che in realtà non ha mai messo piede in quei posti. E allora ben vengano personaggi come lui, che hanno il coraggio di accendere i riflettori su un’Italia che fa paura, ma che esiste eccome.

Cicalone dà voce agli invisibili: e i rosiconi rosicano

Cicalone non fa video per fare il figo o per raccattare visualizzazioni facili. Lui va dove gli altri non osano: nelle periferie abbandonate, tra palazzoni fatiscenti e strade che sembrano uscite da un film distopico. Qui incontra persone che la società ha dimenticato: giovani in preda all’alcol o a sostanze, spesso sfruttati da chi li usa per i propri scopi – che sia per fare propaganda politica o per sentirsi “impegnati” senza muovere un dito. Cicalone non giudica, non fa la morale: mostra e basta. E questo dà fastidio a chi preferirebbe tenere tutto sotto il tappeto. “Sta spettacolarizzando il degrado!”, strillano i rosiconi sui social. Ma la verità è che Cicalone sta facendo quello che loro non hanno il coraggio di fare: dare un volto e una voce a chi non ce l’ha.

Altro che chiacchiere: Cicalone rischia la pelle

Parlare è facile, ma provateci voi a stare faccia a faccia con questi ragazzi! Cicalone non gira con una scorta, non ha uno staff che lo protegge: va da solo, con la sua telecamera, in posti dove un litigio banale può trasformarsi in una tragedia. Ragazzi strafatti di alcol o sostanze, che in un attimo di rabbia possono diventare pericolosi, anche per motivi stupidi. “Vorrei vedere i più ardimentosi dei rosiconi qui, a fare i fenomeni davanti a un tizio che ti fissa con un coltello in mano”, si legge in uno dei commenti dei suoi fan. E come dargli torto? Cicalone rischia la pelle per mostrare una realtà che fa comodo ignorare, mentre i criticoni se ne stanno al sicuro, a pontificare dal loro salotto con l’aria condizionata.

Sfruttati e dimenticati: Cicalone accende i riflettori

Il vero scandalo non è Cicalone, ma quello che mostra. In queste periferie, le persone non sono solo invisibili: sono sfruttate. Vengono usate come simboli da chi vuole fare la vittima o da chi cerca di raccattare consensi, senza mai fare nulla di concreto per aiutarle. Cicalone, invece, non promette soluzioni miracolose: il suo obiettivo è semplice ma potente: portare attenzione su un fenomeno che tutti fingono di non vedere. E ci riesce alla grande, con video che fanno milioni di visualizzazioni e che costringono anche i più distratti a fermarsi e guardare. Ogni volto, ogni storia che racconta è un pugno nello stomaco, ma è un pugno necessario. Perché se non ci fosse lui, chi parlerebbe di questi ragazzi?

Cicalone, un eroe moderno: i rosiconi si arrangino

Mentre i rosiconi continuano a blaterare, Cicalone va avanti per la sua strada, e meno male! Non si piega alle critiche di chi lo accusa di “sensazionalismo” o di “mettere in pericolo” le persone che filma. La verità è che lui sta facendo un lavoro che nessuno ha il coraggio di fare, e lo fa con una sincerità che spiazza. I rosiconi possono continuare a rosicare, ma Cicalone non si ferma: continuerà a girare per le periferie, a mostrare l’Italia che fa paura, a dare voce a chi non ce l’ha. E se questo vi dà fastidio, cari criticoni, alzatevi dal divano e andate a fare qualcosa di utile, invece di sparare sentenze. Cicalone è un eroe moderno, e voi siete solo invidiosi. Punto.

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Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

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Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

Immaginate se il gesto fatto da Romano Prodi, azione abbastanza ignobile, di tirare i capelli a una giornalista, la quale ha tutto il diritto di fare una domanda lecita, fosse accaduto a un esponente del centrodestra.

Immaginiamo se, al posto del “Mortadella”, presidente del consiglio che ci ha affossato con l’entrata nell’Euro, oltre alle svariate privatizzazione che hanno impoverito l’Italia, al suo posto ci fossero stati il presidente del Senato Ignazio La Russa, oppure quello della camera Lorenzo Fontana, o ancora Fabio Rampelli.

Cosa sarebbe accaduto, mediaticamente parlando, se qualche esponente della destra, avesse tirato i capelli a una giornalista? Facile e anche troppo scontato: tutti i giornali del mainstream vicini all’aria progressista, avrebbero fatto dei titoli e delle considerazioni molto più severe, appellandosi al maschilismo, all’urgente bisogno di sconfiggere il patriarcato, al fatto che la violenza fascista è sempre dietro l’angolo ecc…

La mancanza di rispetto per i giornalisti non ha colore, e invece tutto tace nelle redazioni della Repubblica e al TG3.

E allora ci viene da dire dove sta il giornalismo, dove sta la libertà? La verità è che ognuno tira l’acqua al suo mulino, omettendo spesso la verità fattuale.

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