Cultura
ROMA ANTICA Festa di Nettuno
ROMA ANTICA Festa di Nettuno. Il primo dicembre, uno dei dies nefasti, veniva celebrata una festa religiosa in onore di Nettuno, derivata dalla Poseidon greca. La celebrazione era talmente sentita da essere assorbita dal calendario romano.
Festa di Nettuno. Nettuno è il dio romano identificato con il greco Poseidone. Il suo nome, che sembra antichissimo, è di etimologia oscura. Secondo Cicerone deriva da nare, forma arcaica di natare, ovvero nuotare. Mentre il grammatico Varro lo fa risalire a nuptus (opertio, il coprire), con un’allusione esplicita a nuptiae, matrimonio fra cielo e terra. Nettuno non possiede una leggenda propria prima della sua assimilazione con Poseidone, di cui assume i tratti caratteristici. Dio delle acque dolci, dei cavalli, del mare (dopo l’apporto ellenizzante), della rinascita e dei terremoti. Figlio di Saturno e Rea, fratello di Giove, sposo della nereide Anfitrite con la quale ebbe Tritone, mezzo uomo e mezzo pesce.
La sua arma è il tridente, usato per scuotere il terreno causando annegamenti, naufragi e terremoti. Nettuno, secondo solo a Giove, è la materializzazione della virilità, con molti amori e molti figli. Agenore (la cui figlia Europa darà nome al continente), Belo e Lelex avuti da Libya, figlia di Epaphus. Secondo la tradizione altri discendenti furono Antigone, Cadmo, Cilice, Edipo, Fenice, il gigante Orione, Pigmalione, il ciclope Polifemo e tanti altri. Con la gorgone Medusa concepì Pegaso, il celebre cavallo alato. Nella mitologia Romana Nettuno aveva una divinità associata detta a volte Salacia e a volte Venilia.
Il suo tempio si trovava a Roma presso il Circo Flaminio ed era eretto sopra un ruscello. Il dio è spesso ritratto su di un cocchio trainato da ippocampi o cavalli che galoppano sul pelo dell’acqua. Presso i romani, inizialmente meno dediti dei greci alla navigazione, era onorato come protettore dei pescatori e dei battellieri nonché signore dei cavalli. Per questo gli venivano dedicate le corse nel circo. A Poseidone/Nettuno era sacro anche il delfino. Apprezzato dai marinai in quanto il suo apparire era segno di mare calmo e, quando nuotava vicino alle imbarcazioni, si riteneva contribuisse a mantenerle in rotta. Questo dio delle acque era l’unico, con Marte e Apollo, cui fosse lecito sacrificare dei tori.