Attualità
Moda: le borse Hibourama alla conquista dei mercati esteri

Moda – le borse Hibourama alla conquista dei mercati esteri. Manager trentenni investono nel marchio che apre 400 mq a Roma. Grazie all’ingresso di un gruppo di giovani soci investitori, tutti trentenni, il marchio di borse di lusso Hibourama avvia un programma di crescita nei mercati interno ed estero. Nato nel 2011 grazie alle designer Rachele Mancini e Maila Ferlisi, Hibourama inizia il programma di rilancio aprendo una sede-atelier di 400 mq a Roma, che comprende i laboratori di stile e design, ricamo, ricerca e sviluppo, parte della produzione e un dipartimento dedicato a comunicazione e innovazione. Inoltre, tra i progetti c’e’ anche l’avvio di un’Academy dedicata ai nuovi talenti del design di borse, attraverso la collaborazione con le principali scuole di moda. Intanto, con l’ingresso nella società dei giovani manager Massimo Di Amato, Daniele Provenziani, Luigi Izzo, Vittoriomaria Alfonsi, l’azienda punta ad espandersi nel biennio ,negli Emirati Arabi, negli Stati Uniti e in Cina, per raggiungere un incremento stimato del business nello stesso periodo del 2017, del 150%.
Le parole di Massimo D’amato
“Continueremo a investire nel capitale umano per rendere il laboratorio artigianale un’eccellenza per far sì che la manifattura, l’uso di materiali e l’arte del ricamo diventino l’elemento distintivo dei nostri prodotti. La creatività stilistica delle fondatrici, connessa agli alti standard di qualità, rendono le borse Hibourama dei veri gioielli Made In Italy” ha detto Massimo Di Amato. La strategia distributiva prevede nel biennio l’apertura di corner all’interno di catene alberghiere di lusso, non solo in Italia, ma anche all’estero. I pop-up stores approderanno poi nelle più importanti città italiane, negli Emirati Arabi, Usa e Cina. Oggi il marchio si affida a show-room internazionali che coprono i mercati europei, Emirati Arabi, Russia, Cina, Giappone e Usa. In Italia già collabora con Rinascente e Coin Excelsior.
Attualità
Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca
A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.
Situazione Igienica Allarmante
Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.
Reazione dei Cittadini
I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.
Intervento delle Autorità
Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.
Attualità
Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione
Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.
L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.
La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.
La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.
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