Cronaca
ROMA — Rapine febbraio 2018: operazione pressing dei carabinieri

ROMA — Nella giornata di ieri, i carabinieri della stazione Villa Bonelli hanno tratto in arresto i responsabili delle rapine a farmacie e uffici postali tra gennaio e febbraio
ROMA — Tra gennaio e febbraio 2018, avevano preso di mira diverse farmacie e uffici postali in zona Magliana, Portuense e Garbatella. In seguito a una serie di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, è stato emesso un provvedimento cautelare nei confronti di due cittadini romani. Nella mattinata di ieri, i militari hanno eseguito l’ordinanza emessa dal GIP Tribunale di Roma su richiesta del Pubblico Ministero.
Le prime indagini, avviate all’epoca dei fatti, erano confluite nel fermo di indiziato di delitto nei confronti di uno dei due rapinatori. I successivi controlli hanno permesso di rinvenire una pistola a salve, un casco e alcuni indumenti riconducibili ai reati contestati, presso un’abitazione concessa in uso all’indagato da un pregiudicato della Magliana. Dalla visione delle immagini delle telecamere di video sorveglianza di un altro esercizio commerciale oggetto di furto, le forze dell’ordine sono riuscite ad attribuire all’uomo la responsabilità dell’accaduto. Il complice è invece stato individuato mediante l’analisi del cellulare di proprietà del primo indagato. Dall’apparecchio è stata estrapolata e messa sotto controllo un’utenza la cui posizione è stata riscontrata a Roma per la durata di quattro giorni ogni due settimane. Coincidenza, questa, risultata decisiva in quanto la posizione coincideva con i luoghi e le fasce orarie in cui le rapine si sono verificate.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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