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Cronaca

ROMA Torpignattara — Sei arresti nel giro di 48 ore

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ROMA Torpignattara — Sei arresti nel giro di 48 ore

ROMA Torpignattara — Nel giro di 48 ore, gli agenti della polizia di stato hanno arrestato 6 pusher, rei di aver trasportato droga a bordo di bus di linea

ROMA Torpignattara — Il modus operandi degli spacciatori consisteva nel muoversi a bordo di autobus di linea, in direzione stazione Tiburtina. La serie di arresti è iniziata quando, alla vista della polizia, un 26enne nigeriano a bordo del bus ha tentato di nascondersi tra i passeggeri. Il comportamento sospetto non è sfuggito agli agenti, che sono intervenuti facendo fermare il mezzo e procedendo alla perquisizione del giovane. Il 26 enne è stato trovato con 4,206 kg di marijuana nascosti all’interno di un trolley e condotto presso il commissariato Torpignattara. Il pusher è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e denunciato per danneggiamento ai beni dello stato, dopo aver dato in escandescenza danneggiando una parete in cartongesso.

Il reparto volanti ha poi tratto in arresto un 31enne nigeriano, trovato con 2,253 kg di marijuana trasportati all’interno di una borsa frigo, 2 cellulari e un foglio di carta sui cui erano riportati diversi numeri di telefono. Altri due corrieri, di 20 e 26 anni sono invece stati fermati prima di salire sull’autobus. Alla vista della polizia, i due hanno tentato la fuga ma senza successo. Gli agenti del commissariato Torpignattara hanno rinvenuto 1,180 kg di droga all’interno di uno zaino che il primo aveva abbandonato nel tentativo di fuga. Il 26 enne è stato invece fermato con 1,130 kg di marijuana e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Gli ultimi due a finire in manette, di 27 e 35 anni, sono stati sorpresi dagli investigatori dello stesso commissariato mentre, a bordo di un bus, trasportavano rispettivamente 1,650 kg  e 3.080 kg di marijuana. L’azione bigiornaliera della polizia si è conclusa, oltre che con l’arresto dei 6 pusher, con il sequestro di 13,5 Kg di marijuana.

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La bellezza può uccidere? Le mani pericolose del dottor Bravi

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La bellezza può uccidere? Le mani pericolose del dottor Bravi

Roma — Il nome di Carlo Bravi è ormai tristemente noto nel panorama della chirurgia estetica italiana, ma per motivi tutt’altro che professionali: il medico, sospeso dall’Ordine e già coinvolto in diverse inchieste giudiziarie, è finito agli arresti domiciliari dopo essere stato sorpreso dai carabinieri del NAS mentre eseguiva un intervento di otoplastica in un appartamento del quartiere Quadraro, nella Capitale. L’ambiente? Una camera da letto disordinata e sporca, con i cani dei residenti liberi di circolare, mentre una giovane donna sudamericana veniva sottoposta a un’operazione chirurgica clandestina, con tanto di anestetico già somministrato.

Carlo Bravi non è un nome nuovo per le autorità. Già sospeso dall’Ordine dei Medici, è attualmente indagato per la morte di Simonetta Kalfus, 62 anni, deceduta il 18 marzo all’ospedale Grassi di Ostia per una sepsi sopraggiunta dopo un intervento di liposuzione effettuato privatamente in uno studio a Cinecittà.

Ma non è tutto: Bravi è coinvolto in un’altra indagine per un sospetto caso di mastoplastica eseguita il 14 marzo 2024 a Roma, e nel 2017 era già stato condannato a un anno di reclusione per un lifting al seno che provocò gravi complicazioni a una paziente, lasciata senza assistenza medica adeguata.

Nonostante il quadro giudiziario pesante e la sospensione professionale, Bravi ha continuato a operare in clandestinità. L’ultima operazione interrotta dai carabinieri del NAS ha mostrato in modo lampante l’abisso tra la chirurgia legale e quella abusiva: nessuna sala operatoria, nessuna sterilità, ma un letto improvvisato, sporcizia, animali domestici e un’infermiera in pensione come assistente.

Viviamo in un’epoca in cui il culto dell’immagine e l’inseguimento della bellezza “a basso costo” portano molte persone ad affidarsi a professionisti senza scrupoli, spesso conosciuti tramite social network, dove l’apparenza e le recensioni costruite contano più dei titoli accademici e delle autorizzazioni ufficiali.

Serve un controllo più severo, ma serve anche una maggiore cultura della salute tra i cittadini: un’operazione chirurgica, estetica o meno, non è mai un atto banale. Affidarsi a professionisti riconosciuti, verificare le credenziali, diffidare dei prezzi troppo bassi o delle “offerte da social” non è solo prudenza, è un dovere verso se stessi.

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Attualità

Il giallo di Emanuela: corpo tra i cespugli e nessuna traccia

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Il giallo di Emanuela: corpo tra i cespugli e nessuna traccia

La tragica vicenda di Emanuela Ruggeri, il cui corpo è stato ritrovato senza vita tra i cespugli di via del Mandrione, solleva interrogativi inquietanti che non possono essere ignorati. Sei giorni di silenzio, un ultimo messaggio alla madre – “Vado al mare” – e poi il nulla: nessuna traccia, nessun testimone, nessuna telecamera. Solo un cadavere in avanzato stato di decomposizione in una zona degradata e pericolosa di Roma.

Finora gli elementi accertati lasciano spazio a poche certezze e molte ipotesi: non ci sono segni evidenti di violenza, ma il corpo nascosto nella vegetazione fa pensare a un tentativo deliberato di occultamento. Difficile immaginare un malore o un incidente in un luogo così isolato senza che qualcuno abbia notato qualcosa.

L’ipotesi tecnica di “morte in conseguenza di altro reato” apre a un ventaglio di possibilità: potrebbe trattarsi di un gesto volontario, di un evento accidentale, o – come molti temono – di un crimine coperto con cura.

In attesa dell’autopsia e dell’analisi dei tabulati telefonici, ciò che resta è un senso profondo di inquietudine, non solo per la morte di Emanuela, ma per il vuoto di sicurezza e trasparenza che vicende come questa continuano a mettere in luce nella nostra società.

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