Cultura
ROMA ANTICA Il culto di Egeria
ROMA ANTICA Egeria era una ninfa alla quale è attribuito il ruolo di divina consorte e consigliera di Numa Pompilio, il secondo re di Roma. La leggenda vuole che fosse stata lei ad aver dettato a Numa Pompilio le leggi e i riti che si riferiscono all’antica religione romana. Il suo nome venne usato come eponimo di consulente femminile o consigliera.
Egeria è di origine poco chiara. Per i romani erano sacri la fonte presso porta Capena, a Roma, e la fonte presso il lago di Nemi ove è accomunata a Diana Nemorensis. Entrambe le dee sono associate all’acqua dalle proprietà meravigliose, religiose o mediche. Il loro culto è stato associato ad altre figure maschili dal significato ancora più oscuro. Una denominato Virbio, o un Manio Egerius, presumibilmente un maschio giovane, che negli anni successivi è stato identificato con figure come Atys, il sesto dei mitologici re albani, o Ippolito, a causa del riferimento Diana.
Egeria, in cambio di libagioni di acqua o latte ai suoi boschi sacri, ha donato la saggezza e la profezia. Queste qualità sono state rese popolari dal racconto del suo rapporto con Numa Pompilio. Il mito, infatti, la vuole come consigliere e guida del re nella creazione del quadro originale di leggi e rituali di Roma. In questo ruolo è associata a ‘libri sacri’ ove Numa ha scritto gli insegnamenti di Egeria. Il re fece seppellire con lui questi libri che furono riportati alla luce circa 400 anni più tardi ma che per la loro natura politica sono stati ritenuti dal Senato inappropriati e distrutti.
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