Cultura
ROMA ANTICA Il culto di Giunone
ROMA ANTICA Giunone era una antica divinità latina e romana. Il suo culto è antichissimo e diffuso fra le genti di stirpe italica: Etruschi, Osci, Sabini, Umbri.
Compagna e sposa di Giove Giunone era considerata dea dell’atmosfera e della pioggia. Le erano sacri il cane, la capra, la cornacchia. Già in età remota assimilata alla greca Era. Identificata come sposa del dio del cielo con la dea del cielo notturno, la Luna. Per questo motivo in relazione col calendario e con la vita e la natura femminile. Per la sua natura lunare la sua attività si estese a fatti connessi con la luna come il calendario che era regolato dalle fasi della luna. A lei fu sacro il giorno delle Kalendae, primo giorno di tutti i mesi dell’anno. Come divinità delle calende ebbe l’epiteto di Kalendaris. Come sposa di Giove inoltre Giunone era madre e matrona per eccellenza.
MATER REGINA
Aveva in cura tutte le manifestazioni della fisiologia femminile e la propagazione della specie, stringeva i matrimoni, proteggeva la fecondità muliebre, la invocavano le donne nelle difficili contingenze del parto col nome di Giunone Lucina, epiteto interpretato come la dea che porta alla luce il bambino o lo aiuta a uscire alla luce. Da queste tante funzioni i tanti epiteti. Come tutrice del matrimonio e della castità muliebre le era dedicata la festa delle Matronalia, giorno delle calende di marzo. Nessuno dei santuari a lei dedicati a Roma raggiunse la celebrità di quello di Lanuvio, dove era venerata come Iuno Sispes (o Sospita) Mater Regina. Quando Lanuvio entrò a far parte dello Stato romano (338 a.C.) anche il culto di Giunone fu accolto fra quelli ufficiali di Roma.
LA TRIADE CAPITOLINA
Con l’epiteto di Regina Giunone assurse al grado di divinità politica quando fu parte con Minerva a fianco di Juppiter Optimus Maximus della Triade Capitolina che prese il posto dell’antica triade Giove, Marte, Quirino. Un aspetto particolare di Giunone a Roma quale divinità politica fu quello di Giunone Moneta, cioè “la dea che avverte” o “quella che fa ricordare” e che riceveva un culto sulla Cittadella, l’Arx (la sommità nord-est del Campidoglio). Proprio a Giunone Moneta viene attribuita la salvezza di Roma durante l’invasione dei Galli nel 390 a.C.. Furono le oche sacre a Giunone che cominciarono a stridere risvegliando Manlio Capitolino che, alla testa dei difensori, respinse l’attacco.
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