Cronaca
PARCO ABRUZZO LAZIO MOLISE Undici lieti eventi nel 2018
PARCO ABRUZZO LAZIO MOLISE Undici lieti eventi nel 2018.
PARCO ABRUZZO LAZIO MOLISE Undici lieti eventi nel 2018. Come i cuccioli di orso marsicano contati nell’anno appena trascorso, nati da almeno 4 femmine. A confermarlo il monitoraggio intensivo che il personale del Pnalm ha svolto da aprile scorso. E c’è di che rallegrarsi, visto che per il terzo anno consecutivo si osservano da 10 a 12 nuovi nati. Il monitoraggio viene attuato con sessioni di osservazioni in simultanea e mirate, insieme ad osservazioni casuali poi verificate e dati raccolti attraverso foto trappole. Eliminando i doppi conteggi con criteri spazio-temporali, si sono distinte 4 unita’ familiari in tutta l’area del Parco: 3 femmine con 3 cuccioli e una femmina con 2 cuccioli.
Negli anni precedenti, invece, il monitoraggio registrava valori massimi di produttivita’ dopo annate di eccezionale produzione di frutti di faggio, detti di pasciona (2008, 2012, 2014). Si seguiva dunque un criterio analogo a quello utilizzato per altre popolazioni di orso. Lo stesso è avvenuto nel 2018, come nel 2016 e 2017, con valori elevati e confrontabili (5-6 unita’ familiari e 10-11 cuccioli) anche se non dopo gli anni di pasciona. A dimostrazione di come l’area del Parco offra buoni livelli di produttivita’ alimentare anche al di fuori di questi particolari periodi.
Da notare inoltre, nonostante l’esiguo numero degli orsi, una presenza importante di femmine adulte, cui però è corrisposto, negli ultimi dieci anni, un tasso riproduttivo tra i piu’ bassi osservati nell’orso bruno. La riproduzione delle femmine avviene ogni 3 o 4 anni e meno della metà dei nuovi nati non supera il primo anno di vita. Nonostante le sue ridotte dimensioni numeriche, la popolazione di orso marsicano ha però una densita’ (3-4 orsi ogni 100 km quadri) tra le maggiori osservate per l’orso bruno. Il numero ridotto delle femmine con piccoli dipende dal fatto che quelle adulte sono solo 15 e, se una di esse muore, un cucciolo femmina impiega circa 12 anni per prenderne il posto. Tra 2007 e 2018 sono morte 15 femmine di cui 10 in eta’ riproduttiva. Ciò, insieme alla persistenza di altri fattori di rischio e/o disturbo dentro e fuori il Parco, impongono l’azzeramento dei casi di mortalita’ causati direttamente o indirettamente dall’uomo. Qui il riferimento è alla presenza di cani vaganti, animali al pascolo brado, bracconaggio, avvelenamenti, incidenti stradali, persone fuori sentiero.
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