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PEDOPORNOGRAFIA In aumento minori vittime sul web

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PEDOPORNOGRAFIA In aumento minori vittime sul web

PEDOPORNOGRAFIA In aumento minori vittime sul web.

PEDOPORNOGRAFIA In aumento minori vittime sul web. Diffamazioni, ricatti, pedopornografia, hate speech, stupri virtuali. Sono solo alcuni dei reati su cui la Polizia postale e delle comunicazioni ha concentrato la propria attività nel 2018. Secondo il report, sono aumentati i minorenni tra i 14 e i 17 anni vittime di reati contro la persona: 202, contro i 104 del 2016 e i 177 nel 2017. 43 invece gli arresti nell’attività di contrasto alla pedopornografia online e 532 le denunce, cui si aggiungono oltre 33.000 siti internet monitorati (di cui 2.182 inseriti in black list), 13 fermi per adescamento di minori on line e 136 indagati. A crescere è soprattutto il fenomeno del ricatto on line: 940 i casi trattati dall’inizio dell’anno, con 20 denunce e 2 arresti in Italia. Da gennaio estorsioni a sfondo sessuale, stalking, molestie sui social network, minacce e trattamento illecito di dati personali sono costate la denuncia a 955 persone e l’arresto a 8. In aumento anche le diffamazioni on line, subite soprattutto da persone note o che ricoprono incarichi istituzionali. In quest’ambito, sono state operate 685 denunce nel 2018. “Si registra inoltre una continua evoluzione nella tipologia dei reati commessi – scrive il Report -. L’ultima modalità di violenza contro le donne è lo ‘stupro virtuale’ in cui all’interno di gruppi chiusi i partecipanti di sesso maschile condividono foto, cercate sui social o copiate di contatti su Whatsapp, di donne ignare, ritratte nella loro vita quotidiana, dando sfogo a fantasie violente e comportamenti offensivi“. Oltre 5.000 gli spazi virtuali sotto controllo nel 2018 per condotte discriminatorie di genere, antisemite, xenofobe e di estrema destra. E non mancano di far sentire alta la propria voce le truffe on line: nel 2018 sono state denunciate 3.355 persone, ne sono state arrestate 39, sequestrati oltre 22.000 spazi virtuali, ricevute e trattate circa 160.000 segnalazioni di truffe o tentate truffe.

Attraverso la campagna itinerante ‘Una vita da social‘, la Polizia postale e delle comunicazioni ha incontrato oltre 1,7 milioni di studenti, 180.000 genitori, 100.000 insegnanti per un totale di 15.000 scuole in 250 citta’. “Il progetto è innovativo e decisamente al passo con i tempi e si avvicina alle nuove generazioni evidenziando sia le opportunità del web sia i rischi di cadere nelle tante trappole dei predatori della Rete, confezionando un ‘manuale d’uso’ finalizzato a evitare il dilagante fenomeno del cyberbullismo e tutte quelle forme di uso distorto della Rete in generale e dei social network“. In azione anche la campagna #cuoriconnessi, che ha mostrato a oltre 30.000 studenti un docufilm e le testimonianze dirette dei minori vittime di prevaricazioni, vessazioni e violenze on line. Oltre 30.000 studenti e circa 3.000 istituti scolastici sono stati inoltre coinvolti negli incontri educativi promossi sul territorio nazionale nel corso dell’anno.

Capitolo cyber terrorismo. Circa 36.000 gli spazi web monitorati, con 250 contenuti rimossi. A dare una gran mano anche Facebook, Google, Twitter e i maggiori fornitori di servizi Internet, che hanno intensificato la rimozione di contenuti offensivi dalle proprie piattaforme. Di contro, i fenomeni di diffusione e divulgazione dei contenuti riconducibili al radicalismo islamico sono ‘passati’ su piattaforme social (Telegram, Whatsapp) più riservate e quindi sicure. Ad attrarre di queste ultime è soprattutto il grado di anonimato più elevato, che costituisce un grosso incentivo per la quasi totalità delle attività di diffusione di contenuti illeciti o comunque di propaganda, ad opera di soggetti contigui ad ambienti filojihadisti e agli stessi membri delle organizzazioni terroristiche. Per contrastare queste attività, La Polizia postale e delle comunicazioni si serve di profili sotto copertura creati a hoc e gestiti dagli operatori, cui vengono affiancati mediatori linguistici e culturali. E i risultati sono eccellenti: con l’operazione Ansar ad esempio è stato un minore italiano di origine algerina che attraverso Telegram svolgeva una campagna di proselitismo di matrice johadista istigando altri utenti a commettere reati di terrorismo. L’operazione ‘Lupi del deserto’ ha invece fatto arrestare un cittadino egiziano di 22 anni per associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia per delitti di terrorismo.

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Inizia la riqualificazione dell’ex Caserma del Trullo: una nuova piazza e edifici pubblici.

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Inizia la riqualificazione dell’ex Caserma del Trullo: una nuova piazza e edifici pubblici.

RomaStaCambando Scopri il piano segreto che potrebbe rivoluzionare Roma e renderla accessibile a tutti!

Il colpo di scena dell’assessore Veloccia

Immagina una Roma senza barriere: l’assessore Maurizio Veloccia sta pianificando qualcosa di audace che potrebbe cambiare per sempre il volto della città. Al centro del suo progetto, la scomparsa delle mura attorno a una struttura iconica, trasformandola in uno spazio aperto e invitante. Ma cosa significa davvero questa mossa? Potresti essere sorpreso da come un semplice cambiamento potrebbe aprire nuove opportunità per i romani.

Accessibilità senza limiti: cosa sta per accadere

Con la piena accessibilità come obiettivo principale, il piano di Veloccia mira a eliminare ostacoli che hanno isolato questa struttura per anni. Pensa a parchi, monumenti o edifici storici che diventano liberamente esplorabili, attirando curiosi e turisti. È un’idea che fa gola a molti, ma quali sorprese nasconde? Le ripercussioni potrebbero essere più grandi di quanto sembri, con un potenziale impatto su come viviamo e ci muoviamo nella capitale. Non perdere l’occasione di scoprire i dettagli!

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Il clochard che terrorizzava i sacerdoti nel cuore di Roma: una storia di pretese e tensioni quotidiane

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Il clochard che terrorizzava i sacerdoti nel cuore di Roma: una storia di pretese e tensioni quotidiane

Hai mai immaginato un clochard che terrorizza preti e fedeli nelle chiese di Roma, armato di coltello e minacce? #RomaSconvolta #ClochardRibelle

La Vita da Incubo nei Luoghi Sacri

Immaginate una chiesa nel cuore di Roma, dove un uomo di 54 anni, Michele Gallina, ha fatto del luogo di culto la sua casa personale. Dormiva sui banchi, ricaricava il telefono e pretendeva soldi senza sosta, trasformando la pace in un vero incubo. I parroci di Santa Maria in Vallicella e Santa Lucia del Gonfalone hanno vissuto mesi di paura, con Gallina che non esitava a reagire con violenza se qualcuno osava contraddirlo. Condannato a un anno di reclusione per minacce, ha evitato una pena più dura per stalking, lasciando tutti a chiedersi come sia potuto accadere in pieno centro storico.

Le Accuse che Fanno Rabbrividire

Dalle indagini dei carabinieri, emerge un quadro agghiacciante: da fine 2022 a luglio 2024, Gallina ha reso impossibile la vita ai religiosi e ai fedeli. Si piazzava all’ingresso delle chiese, consumando alcol o fumando hashish, e si sdraiava sui banchi riservati ai fedeli, arrivando persino a borseggiarli. In un episodio choc, ha puntato un coltello al volto di un parroco, sibilando: “Ti taglio la faccia, da oggi avrai paura di me”. Non si fermava qui: con spintoni e scenate, bloccava le cerimonie, come quando ha impedito a don Cristian di dare la comunione, costringendo a cambiare gli orari delle messe. E nella chiesa di Santa Lucia del Gonfalone, la situazione era identica, con Gallina che dominava il sagrato e invitava altri clochard a unirsi.

Le Minacce che Non Lasciano Respiro

Ma le intimidazioni di Gallina andavano oltre, e non risparmiavano nessuno. Il giovane prete don Inaki è stato costretto a dargli soldi per farlo allontanare, tra frasi terrificanti come: “Attento a te, ho passato 20 anni in carcere e non ho paura di niente”. In un altro caso, ha aggredito un vicario di 78 anni, urlandogli in faccia: “Ti ammazzo, qui comando io!” dopo che l’anziano si era rifiutato di pagare. Persino una volontaria è finita nel mirino quando ha spiegato che non poteva spedire un’altra “Lettera del Papa” per chiedere fondi: “La voglio fare, altrimenti ti gonfio di botte”. E in passato, aveva già sferrato un fendente al collo di un altro prete, don Franco, fortunatamente senza gravi conseguenze. Una serie di episodi che fa sorgere una domanda: quanto può spingersi la disperazione?

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