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Detenuto ingoia cellulare e lo nasconde nello stomaco per un mese

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Detenuto ingoia cellulare e lo nasconde nello stomaco per un mese

Presso il carcere di Poggioreale a Napoli, un detenuto ha ingoiato un telefono cellulare nascondendolo nello stomaco per circa un mese

A riferire la notizia è stato il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP., Aldo Di Giacomo. “Questo è un episodio al limite, ma l’alto numero di telefonini che il personale di Polizia Penitenziaria trova nelle celle rientra ormai quasi nella prassi. Stando ai dati aggiornati al 2017, il numero complessivo di cellulari e sim ritrovati nei 190 istituti italiani sarebbe di 937, vale a dire quasi due per ogni carcere. In questo senso si è registrato un cospicuo aumento (pari al 58,22%) rispetto al 2016, quando cellulari e/o sim rinvenuti furono 426. Ciò vuol dire che per i leader delle organizzazioni criminali, impartire ordini servendosi dei telefonini è un’abitudine decisamente diffusa. Ci troviamo di fronte all’ennesima situazione di assoluta insicurezza negli istituti penitenziari italiani, e non è tutto. Specie a Napoli, le cosiddette baby gang che scorrazzano incutendo terrore nei cittadini sono telecomandate dai boss in cella. Urgono maggiori sforzi per accrescere la sorveglianza, specie nei confronti dei boss sottoposti al 41 bis, in modo tale da scongiurare il perenne invio di ‘pizzini’ dalle celle, con e senza cellulari, agli affiliati in libertà”.

ROMA MALAGÒ SUL FLAMINIO… 

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Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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