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Cultura

ROMA — Mostre, eventi e appuntamenti per la prossima settimana Parte 1

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ROMA — Mostre, eventi e appuntamenti per la prossima settimana Parte 1

Roma capitale della cultura. La città, viva e attiva, raccoglie ogni giorno un fitto calendario di eventi culturali, incontri, mostre, e attività per bambini e adulti. Ecco il programma per la settimana dal 14 al 20 gennaio

Municipio I. Alla Biblioteca Casa delle Traduzioni, via degli Avignonesi 32, dal 16 gennaio riprendono gli incontri del circolo di lettura in inglese (per gli orari vai sulla pagina della biblioteca https://www.bibliotechediroma.it/opac/library/biblioteca-casa-delle-traduzioni/RMBA6). Il 17 gennaio alle 17.30, Francesco Fava presenta l’antologia di poemetti ispano americani del Novecento Un lungo respiro curata da M. Cecilia Graña e tradotta da Bianca Tarozzi e M.Cecilia Graña. Alla Biblioteca Casa delle Letterature, piazza dell’Orologio 3, fino al 31 gennaio 2019 è visitabile la mostra Natale a Calais, IX Edizione, a cura di Maria Ida Gaeta e realizzata in collaborazione con Vivarte, con esposizione di opere di Tommaso Spazzini Villa.

Alla Biblioteca Centrale Ragazzi – Centro Specializzato Ragazzi, via San Paolo alla Regola 15/18,fino al 26 gennaio 2019 mostra Gli alberi danzanti: viaggio negli albi illustrati tra Italia e Corea, che mira a unire le due culture attraverso l’alfabeto universale delle immagini. L’iniziativa si propone di presentare alcuni dei migliori albi illustrati di entrambi i Paesi, insieme a un ricco calendario di eventi tra cui incontri, laboratori creativi e letture ad alta voce. Ed ancora numerosi altri appuntamenti:giovedì 17 gennaio alle 10 Tra le pagine di un albo illustrato, ideazione e realizzazione di un racconto per immagini a cura di Fabio Santomauro. Sempre giovedì 17 alle 17, Il regalo di mezzanotte, letture a cura di Laura De Santis, per bambini di 4 anni.

 

Municipio III. Alla Biblioteca Ennio Flaiano in via Monte Ruggero 39, fino al 23 gennaio è visitabile la mostra Il fantastico mondo di Emma Perodi (1918‐2018). In occasione del centenario dalla morte della scrittrice toscana, è stata allestita una mostra patrocinata e promossa dall’Associazione no profit Bibliografia e Informazione. Altri appuntamenti in programma: mercoledì 16 alle 10.30 Letture di Emma Perodi a cura di Alberto Raffaelli e degli studenti della Scuola Media Statale Pintor (iniziativa per le scuole). Giovedì 17 alle 17.00 di scena Di novella in novella: parole e note in omaggio a Emma Perodi, Bubamara Teatro, con l’attrice Paola Marcone e la musica di Fabio Bartolomei (per ragazzi da 7 a 12 anni. Necessaria la prenotazione).

 

 

Alla Biblioteca Vaccheria Nardi in via Grotta di Gregna 37, il 19 gennaio alle 11 workshop musicale e reading dedicato a Johann Sebastian Bach, attraverso il racconto di Anna Magdalenasua seconda moglie, con Cipriana Smarandescu al clavicembalo. Il workshop sarà presentato e accompagnato dalla lettura di estratti dal libro Piccola cronaca di Anna Magdalena Bach di Esther Meynell.

 

Municipio V. Al Nuovo Cinema Aquila dal 17 gennaio il film per famiglie Mia e il leone bianco per la regia di Gilles De Maistre; il film drammatico La douleur di Emmanuel Finkiel basato sul romanzo di Marguerite Duras e il drama Sex Cowboys di Adriano Giotti.

Alla Biblioteca Goffredo Mameli in via del Pigneto 22, fino al 26 gennaio mostra fotografica e documentaria L’altro fronte. L’impegno delle donne nella Grande Guerra. A partire dal libro Parla una donna (Rina edizioni, 2018) di Matilde Serao, giornalista e scrittrice di fine ‘800, la mostra si compone di fotografie, scritti e ritratti femminili, attraverso cui viene raccontata la bellezza delle virtù sconosciute e dell’eroismo ignoto, oscuro e tacito che ogni donna dimostrò con il suo impegno verso la Patria. Il 18 gennaio alle 17.30 interventi di Michela Dentamaro, Rina Edizioni e di Elvira Seminara, giornalista e scrittrice. Letture di brani tratti dal libro a cura di Maria Rosa Valli a partire dal libro Parla una donna di Matilde Serao. Alla Biblioteca Penazzatovia D. Penazzato 112, il 14 gennaio alle 18 Conferenza sul tema del reciproco sostegno per le persone in lutto, con le psicoterapeute Livia Crozzoli Aite (fondatrice) e Sara Cotini  dell’Associazione di promozione sociale Gruppo Eventi Sostegno e Formazione, aderente al Coordinamento Nazionale dei Gruppi di mutuo aiuto per le persone in lutto.

Cultura

Fantarcheologia: queste città sono esistite davvero?

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Fantarcheologia: queste città sono esistite davvero?

Fin dall’antichità l’uomo ha dedicato una parte importante della propria vita al pensiero e all’astratto. Un pensiero che ha dato vita a miti e leggende di cui parliamo e di cui cerchiamo le tracce ancora oggi, a metà del terzo decennio del nuovo millennio. È proprio questo il campo in cui si muove una branca dell’archeologia: la ricerca di testimonianze relative alle città e civiltà perdute. Oggi parleremo proprio di questo e proveremo a capire se questi miti hanno un fondo di verità.

Nel 360 a.C. Platone narrò nel suo dialogo “Timeo” di un’isola sconfinata, grande quanto Libia e Asia messe insieme, situata vicino alle Colonne d’Ercole. Più che un’isola un vero e proprio continente che noi abbiamo imparato a conoscere col nome di Atlantide. Per il filosofo greco, quella di Atlantide era una società ideale fatta di uomini lontani dalle debolezze “umane” e con una struttura formata da tre cerchi di terra e tre cerchi d’acqua. A dominare la scena erano dieci re che, sotto incarico di Poseidone, prendevano decisioni amministrative in piena armonia. Purtroppo, però, secondo la leggenda, i dieci si fecero corrompere dalla cupidigia scatenando l’ira di Zeus che riversò sulla città terremoti e diluvi che la sommersero per sempre.

Un’altra città che ha dato vita a miti e leggende e di cui si parla ancora oggi anche grazie a slot come El Dorado: The City of Gold e film come La Strada per El Dorado di Dreamworks, è la celebre “città dell’oro” Azteca. Secondo il mito l’El Dorado era una terra abbondante di ricchezze in cui l’uomo vedeva soddisfati i suoi bisogni senza sofferenza e senza bisogno di lavoro. C’è anche chi sostiene che si trovasse proprio qui la fonte dell’eterna giovinezza. Almeno è quello che credevano i conquistadores provenienti dalla Spagna che per cercarla si resero protagonisti di scorrerie e nefandezze di ogni tipo contro le popolazioni locali.

Tutti noi abbiamo ben presenti le incredibili sculture presenti nell’Isola di Pasqua, nel cuore del pacifico. In pochi sanno, invece, che la civiltà di Rapa Nui, venne fondata da navigatori polinesiani intorno al quarto secolo Dopo Cristo e che prosperò sfruttando le risorse naturali e faunistiche della zona. A conferma di questa tesi ci sono recenti scoperte archeologiche. Ne esistono poche, invece, della tesi contrapposta che sostiene che quando arrivarono sull’isola nel 1700, gli europei vi trovarono soltanto un territorio semi-deserto con una popolazione locale ridotta alla fame.

Ancora più avvolta nelle nebbie del mito è la civiltà di Lemuria che, si dice, fosse addirittura più antica di Atlantide. La leggenda di Lemuria è però molto più recente e risale al 19esimo secolo, periodo in cui alcuni studiosi ipotizzarono l’esistenza di un continente scomparso che avrebbe messo in comunicazione il Madagascar, l’India e L’Australia. Su chi la abitasse, su come fosse gestita e su quali piante e animali vivessero a Lemuria non esistono testimonianze storiche ma soltanto leggende estremamente suggestive.

Storia simile a quella di Lemuria è quella di Mu, un altro sconfinato territorio oggi scomparso e localizzato nel cuore dell’Oceano Pacifico. Anche in questo caso le principali leggende legate a Mu risalgono al 19esimo secolo e vanno ascritte all’opera di Augustus Le Plongeon, esploratore che dichiarò di aver trovato tracce Maya che parlavano di un’antica civiltà, quella di Mu appunto, che avrebbe avuto un impatto forte sulle popolazioni dell’Egitto e del Centro America. Purtroppo, però, le scritture di Le Plongeon non hanno trovato riscontri, né tantomeno prove archeologiche o testimonianze di sorta.

Non mancano miti e leggende di civiltà perdute anche nelle fredde terre del Nord e nelle regioni polari. Le due più note sono quelle legate a Iperborea e Thule, due regni di cui si hanno le prime testimonianze nelle opere di Erodoto e Plinio il Vecchio. Testimonianze che definiscono Iperborea come una terra abitata da entità vicine alle divinità e in cui regnavano serenità e ricchezza e Thule come un’isola localizzata ai confini delle terre note e popolata da popoli di guerrieri fieri e coraggiosi.

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Domenica delle Palme 2024: significato dei rametti d’ulivo benedetti

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Domenica delle Palme 2024: significato dei rametti d’ulivo benedetti

Oggi, 24 marzo, si celebra la Domenica delle Palme, festa della tradizione cattolica che precede la Pasqua e ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. La data di questa festività varia ogni anno in base alla fine della Quaresima.
La Domenica delle Palme è la domenica che precede la Pasqua e si ispira alla festa ebraica di Sukkot, la “Festa delle Capanne”, durante la quale si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella a un asino, accolto dalla folla con rami di palma o ulivo come simbolo di vittoria e pace.
La festa è osservata da cattolici, ortodossi e alcune Chiese Protestanti, ed è nota anche come la domenica della “Passione del Signore”.

La Domenica delle Palme commemora l’ultimo ingresso di Gesù a Gerusalemme prima della sua morte, quando fu accolto dalla folla agitando rami di palma e fu salutato con Osanna. Questo segna l’inizio della Settimana Santa, i sette giorni che precedono la Pasqua e che culminano con la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.
Durante la celebrazione della Domenica delle Palme, si benedicono i rametti di ulivo o palma, simboli di acclamazione, trionfo e immortalità di Cristo. Questi rametti vengono poi distribuiti ai fedeli durante la messa speciale dedicata alla ricorrenza.

La liturgia della Domenica delle Palme prevede la lettura della Passione di Gesù tratta dai Vangeli di Marco, Luca, e Matteo. La lettura viene fatta da tre persone che impersonano Cristo, il cronista e il popolo, e narra l’arresto, il processo giudaico e romano, la condanna, l’esecuzione, la morte e la sepoltura di Gesù.

Dopo la messa della Domenica delle Palme, i fedeli hanno l’usanza di portare a casa i rametti di ulivo benedetti, che vengono utilizzati per benedire la tavola imbandita prima del pranzo pasquale. I rametti diventano poi dei sacramentali, protetti dal diritto canonico, e possono essere seppelliti o riportati in chiesa per essere bruciati in vista della celebrazione del Mercoledì delle ceneri. Con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa, che si conclude con il Giovedì Santo.

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