Cultura
ROMA — Mostre, eventi e appuntamenti per la prossima settimana Parte 2
Roma capitale della cultura. La città, viva e attiva, raccoglie ogni giorno un fitto calendario di eventi culturali, incontri, mostre, e attività per bambini e adulti. Ecco il programma per la settimana dal 14 al 20 gennaio
Il 19 gennaio alle 18 proiezione del film Io sono Tempesta(2018), diretto da Daniele Luchetti, vede Marco Giallini nei panni di Numa Tempesta, un finanziere che gestisce un fondo da un miliardo e mezzo di euro e abita da solo nel suo immenso hotel deserto, pieno di letti in cui lui non riesce a chiudere occhio.
Mercoledì 16 gennaio dalle 9.00 alle 12.30 evento itinerante con le scuole per l’installazione delle pietre di inciampo in vari luoghi del Municipio: alle 9.00 via dei Savorgnan 52, alle 10.30 via dell’Acquedotto Alessandrino 3, alle 11.30 via Grazioso Benincasa 28 ed infine alle 12.30 via Valmontone 37.
Ed ancora nell’ambito delle iniziative per la Giornata della Memoria, per ricordare le vittime della deportazione nazista e fascista, in collaborazione con l’Associazione Culturale Arte in Memoria, con l’ Associazione Ecomuseo Casilino e con il Municipio verranno installate quattro pietre d’inciampo, di cui tre a Tor Pignattara ed una a Centocelle, in memoria di Guerrino Sbardella, Ottavio Capozio, Antonio Roazzi e Paolo Renzi, assassinati dai nazifascisti durante l’occupazione della città di Roma. L’iniziativa fa parte dell’idea di memoria diffusa sul periodo della deportazione nazista pensata dall’artista Tedesco Günter Demnig, che consiste nelle installazioni delle Stolpersteine (pietre d’inciampo) davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni. All’installazione prenderanno parte alcuni istituti scolastici del territorio.
Alla Scuola Carlo Pisacane, via dell’Acqua Bullicante 30, mercoledì 16 gennaio dalle 15.00 alle 18.00, a cura dell’Associazione Ecomuseo Casilino e con il patrocinio del Municipio si terranno degli incontri culturali sulla valorizzazione e sulla patrimonializzazione della memoria. Si inizierà con una tavola rotonda coordinata da storici ed esperti del periodo dell’occupazione nazista, a seguire un tavolo interreligioso su memoria ed esclusioni. Per finire, alla libreria La Rocca Fortezza Culturale, via Carlo della Rocca 6b, le performance artistiche della compagnia teatrale del Teatro Studio Uno con un reading tratto dal libro L’ordine è già stato eseguito di Alessandro Portelli e del coro QuadraCoro.
Alla Casa della Cultura di Villa de Sanctis, in via Casilina 665, lunedì 14 gennaio dalle 18 alle 19.30 corso gratuito di Yoga a cura dell’Associazione Inner Peace, in programma ogni lunedì, ad ingresso libero. Il 19 e 20 gennaio dalle 10 alle 19 incontri di formazione gratuita per insegnanti di yoga a cura del Centro Studi Bhaktivedanta, ad ingresso libero.
Municipio VI. Alla Biblioteca Rugantino, via Rugantino 113, il 19 gennaio alle 10.30 presentazio
Cultura
Fantarcheologia: queste città sono esistite davvero?
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Fin dall’antichità l’uomo ha dedicato una parte importante della propria vita al pensiero e all’astratto. Un pensiero che ha dato vita a miti e leggende di cui parliamo e di cui cerchiamo le tracce ancora oggi, a metà del terzo decennio del nuovo millennio. È proprio questo il campo in cui si muove una branca dell’archeologia: la ricerca di testimonianze relative alle città e civiltà perdute. Oggi parleremo proprio di questo e proveremo a capire se questi miti hanno un fondo di verità.
Nel 360 a.C. Platone narrò nel suo dialogo “Timeo” di un’isola sconfinata, grande quanto Libia e Asia messe insieme, situata vicino alle Colonne d’Ercole. Più che un’isola un vero e proprio continente che noi abbiamo imparato a conoscere col nome di Atlantide. Per il filosofo greco, quella di Atlantide era una società ideale fatta di uomini lontani dalle debolezze “umane” e con una struttura formata da tre cerchi di terra e tre cerchi d’acqua. A dominare la scena erano dieci re che, sotto incarico di Poseidone, prendevano decisioni amministrative in piena armonia. Purtroppo, però, secondo la leggenda, i dieci si fecero corrompere dalla cupidigia scatenando l’ira di Zeus che riversò sulla città terremoti e diluvi che la sommersero per sempre.
Un’altra città che ha dato vita a miti e leggende e di cui si parla ancora oggi anche grazie a slot come El Dorado: The City of Gold e film come La Strada per El Dorado di Dreamworks, è la celebre “città dell’oro” Azteca. Secondo il mito l’El Dorado era una terra abbondante di ricchezze in cui l’uomo vedeva soddisfati i suoi bisogni senza sofferenza e senza bisogno di lavoro. C’è anche chi sostiene che si trovasse proprio qui la fonte dell’eterna giovinezza. Almeno è quello che credevano i conquistadores provenienti dalla Spagna che per cercarla si resero protagonisti di scorrerie e nefandezze di ogni tipo contro le popolazioni locali.
Tutti noi abbiamo ben presenti le incredibili sculture presenti nell’Isola di Pasqua, nel cuore del pacifico. In pochi sanno, invece, che la civiltà di Rapa Nui, venne fondata da navigatori polinesiani intorno al quarto secolo Dopo Cristo e che prosperò sfruttando le risorse naturali e faunistiche della zona. A conferma di questa tesi ci sono recenti scoperte archeologiche. Ne esistono poche, invece, della tesi contrapposta che sostiene che quando arrivarono sull’isola nel 1700, gli europei vi trovarono soltanto un territorio semi-deserto con una popolazione locale ridotta alla fame.
Ancora più avvolta nelle nebbie del mito è la civiltà di Lemuria che, si dice, fosse addirittura più antica di Atlantide. La leggenda di Lemuria è però molto più recente e risale al 19esimo secolo, periodo in cui alcuni studiosi ipotizzarono l’esistenza di un continente scomparso che avrebbe messo in comunicazione il Madagascar, l’India e L’Australia. Su chi la abitasse, su come fosse gestita e su quali piante e animali vivessero a Lemuria non esistono testimonianze storiche ma soltanto leggende estremamente suggestive.
Storia simile a quella di Lemuria è quella di Mu, un altro sconfinato territorio oggi scomparso e localizzato nel cuore dell’Oceano Pacifico. Anche in questo caso le principali leggende legate a Mu risalgono al 19esimo secolo e vanno ascritte all’opera di Augustus Le Plongeon, esploratore che dichiarò di aver trovato tracce Maya che parlavano di un’antica civiltà, quella di Mu appunto, che avrebbe avuto un impatto forte sulle popolazioni dell’Egitto e del Centro America. Purtroppo, però, le scritture di Le Plongeon non hanno trovato riscontri, né tantomeno prove archeologiche o testimonianze di sorta.
Non mancano miti e leggende di civiltà perdute anche nelle fredde terre del Nord e nelle regioni polari. Le due più note sono quelle legate a Iperborea e Thule, due regni di cui si hanno le prime testimonianze nelle opere di Erodoto e Plinio il Vecchio. Testimonianze che definiscono Iperborea come una terra abitata da entità vicine alle divinità e in cui regnavano serenità e ricchezza e Thule come un’isola localizzata ai confini delle terre note e popolata da popoli di guerrieri fieri e coraggiosi.
Attualità
Domenica delle Palme 2024: significato dei rametti d’ulivo benedetti
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Oggi, 24 marzo, si celebra la Domenica delle Palme, festa della tradizione cattolica che precede la Pasqua e ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. La data di questa festività varia ogni anno in base alla fine della Quaresima.
La Domenica delle Palme è la domenica che precede la Pasqua e si ispira alla festa ebraica di Sukkot, la “Festa delle Capanne”, durante la quale si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella a un asino, accolto dalla folla con rami di palma o ulivo come simbolo di vittoria e pace.
La festa è osservata da cattolici, ortodossi e alcune Chiese Protestanti, ed è nota anche come la domenica della “Passione del Signore”.
La Domenica delle Palme commemora l’ultimo ingresso di Gesù a Gerusalemme prima della sua morte, quando fu accolto dalla folla agitando rami di palma e fu salutato con Osanna. Questo segna l’inizio della Settimana Santa, i sette giorni che precedono la Pasqua e che culminano con la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.
Durante la celebrazione della Domenica delle Palme, si benedicono i rametti di ulivo o palma, simboli di acclamazione, trionfo e immortalità di Cristo. Questi rametti vengono poi distribuiti ai fedeli durante la messa speciale dedicata alla ricorrenza.
La liturgia della Domenica delle Palme prevede la lettura della Passione di Gesù tratta dai Vangeli di Marco, Luca, e Matteo. La lettura viene fatta da tre persone che impersonano Cristo, il cronista e il popolo, e narra l’arresto, il processo giudaico e romano, la condanna, l’esecuzione, la morte e la sepoltura di Gesù.
Dopo la messa della Domenica delle Palme, i fedeli hanno l’usanza di portare a casa i rametti di ulivo benedetti, che vengono utilizzati per benedire la tavola imbandita prima del pranzo pasquale. I rametti diventano poi dei sacramentali, protetti dal diritto canonico, e possono essere seppelliti o riportati in chiesa per essere bruciati in vista della celebrazione del Mercoledì delle ceneri. Con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa, che si conclude con il Giovedì Santo.
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