Cronaca
ROMA Raffica di arresti tra Tor Bella Monaca e Tor Vergata

ROMA Raffica di arresti tra Tor Bella Monaca e Tor Vergata ad opera dei Carabinieri.
ROMA Raffica di arresti tra Tor Bella Monaca e Tor Vergata. A compierli, nelle ultime 48 ore, i carabinieri della Compagnia di Frascati, nel corso di una massiccia attività di controllo. Manette ai polsi per 16 persone, 6 delle quali accusate di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di due 24enni, uno romano e uno di Tivoli, pizzicati in via dell’Archeologia mentre spacciavano eroina e cocaina; un 43enne romano, beccato a cedere cocaina ad alcuni giovani; un 27enne napoletano, in cui possesso sono state rinvenute 12 dosi di eroina e 5 di cocaina; una 32enne romena, sorpresa a vendere dosi ad un giovane; un 68enne brindisino, in possesso di 8 dosi di cocaina. In totale, circa 100 le dosi di sostanze stupefacenti in possesso degli arrestati, oltre a 850 euro in contanti, provento delle attività illecite.
Un’accusa di furto aggravato, invece, è costata il fermo a due sorelle romane, di 23 e 24 anni: dopo aver forzato le placche antitaccheggio, avevano infatti sottratto alcuni capi di abbigliamento da un negozio del centro commerciale di Tor Vergata. Altre due persone sono state inoltre fermate per evasione, in quanto sorprese al di fuori delle rispettive abitazioni pur in regime di arresti domiciliari. 6 ordinanze sono state invece eseguite nei confronti di: una 33enne romana, condannata agli arresti domiciliari dal Tribunale Ordinario di Roma – Ufficio esecuzioni penali –, in data 7 gennaio, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti; un 32enne romano, incarcerato per ordine del Tribunale ordinario di Roma – Ufficio di sorveglianza – anche lui il 7 gennaio per spaccio; un 38enne romano, che il Tribunale ordinario di Roma – Ufficio Gip – in data 7 gennaio, aveva condannato al carcere per spaccio; una 43enne romana, colpita da un ordine di carcerazione del Tribunale ordinario di Roma – Ufficio esecuzione penale – lo scorso 20 dicembre 2018, dopo essere stata condannata a 5 mesi e 10 giorni di reclusione per evasione; un 46enne romano, condannato agli arresti domiciliari dal Tribunale ordinario di Roma – Ufficio esecuzioni penali, lo scorso 4 dicembre 2018, per una pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione per tentato omicidio; infine un 42enne romano, anche lui condannato alla detenzione domiciliare dal Tribunale ordinario di Roma – Ufficio esecuzioni penali, lo scorso 6 dicembre 2018, dovendo espiare la pena di 1 anni di reclusione, per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. In totale, 110 le persone identificate e 75 i veicoli controllati.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate

Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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