Cronaca
ROMA Spacciavano shaboo in un appartamento alla Marranella: arrestati

ROMA Spacciavano shaboo in un appartamento alla Marranella: arrestati
ROMA Spacciavano shaboo in un appartamento alla Marranella. L’immobile, sito in vicolo Santa Barnaba, serviva alla banda da vera e propria base, videosorvegliata da un sofisticato impianto. A scoprire il tutto i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro e della Compagnia Roma Casilina. I militari hanno tratto in arresto tre cittadini cinesi, due donne di 28 e 29 anni e un uomo 22enne. Per loro l’accusa è di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il 22enne, pochi minuti prima, era stato notato all’interno del cortile dello stabile, mentre cedeva dosi ad un connazionale.
I Carabinieri sono immediatamente intervenuti, rinvenendo una dose di shaboo ancora tra le mani dell’acquirente.
Il blitz è poi scattato non appena i militari hanno rimesso piede nell’appartamento in uso all’uomo. Proprio qui, nel corso della perquisizione, hanno sorpreso le due connazionali pusher a confezionare e suddividere altri dosi. Sono stati dunque posti sotto sequestro più di 100 g di shaboo puro, oltre a circa 5 mila euro in contanti, provento dell’attività illecita.
Rinvenuto e sequestrato inoltre, accanto alla porta d’ingresso, il sistema di videosorveglianza dell’appartamento: un monitor LCD, collegato tramite wifi in remoto a tre telecamere, che con fotocellule a infrarossi rilevavano la presenza di persone, nell’androne dello stabile e sul pianerottolo dell’appartamento. In tal modo ci si poteva accertare dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Nel corso delle operazione, i Carabinieri hanno inoltre scoperto l’irregolare subaffitto dell’immobile ad almeno altri 10 cittadini cinesi. 3 dei presenti, connazionali, erano anche sprovvisti di permesso di soggiorno e quindi irregolari sul territorio nazionale. Il proprietario dell’immobile è stato dunque deferito in stato di libertà, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le circa 1.000 dosi, di stupefacente purissimo, immesse sul mercato, avrebbero fruttato circa 50 mila euro.
Dopo l’arresto, i 3 sono stati condotti e trattenuti in caserma e dopo breve sottoposti al rito direttissimo. Qui il Giudice ne ha convalidato l’arresto e disposto l’associazione in carcere, per la grave condotta e i numerosi precedenti penali. Le due donne ora si trovano nel carcere di Rebibbia, mentre il 22enne è stato accompagnato presso il carcere di Regina Coeli.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate

Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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