Cultura
ROMA ANTICA I Caristia
ROMA ANTICA Dopo i giorni dedicati alla cura e alle offerte rituali per i defunti il 22 febbraio è il giorno della festa dedicata alla riconciliazione tra i vivi e al rinsaldamento dei vincoli familiari. Detta festa era chiamata Caristia, o anche Cara Cognatio (Cara Parentela).
I Caristia è una festa del gruppo familiare allargato. Giorno in cui tutti i congiunti si riuniscono per un banchetto in un’atmosfera di ilarità ed affetto. Si bruciava l’incenso dinanzi ai Lari e si assisteva al reciproco scambio di doni. Elemento essenziale dei Caristia è la Concordia. Durante la festa è proibito l’affiorare di qualsiasi dissidio familiare. Anzi, secondo Valerio Massimo, era prevista la presenza di persone addette alla funzione di pacieri per favorire la ricomposizione dei vecchi contrasti. Ovidio invita addirittura a non partecipare chi si fosse macchiato di insanabili colpe contro i propri parenti per non turbare l’atmosfera. La collocazione dei Caristia subito dopo le festività dedicate ai defunti non è un caso. La presenza dei morti si avverte anche in questo giorno.
Ovidio racconta che al banchetto venivano offerte libagioni rituali ai ‘dis generis’, gli antenati divinizzati della famiglia. Il carattere di intimo affetto familiare ne permise la sopravvivenza dopo la cristianizzazione forzata dell’impero. Il calendario cristiano di Polemio Silvio, della metà del V secolo, menziona la festa col nome di Cara Cognatio e la sovrappone con quella del seppellimento di San Pietro e San Paolo. Infine, nel VI secolo, i canti, le danze e le libagioni che si accompagnavano a questa festa destarono accuse di paganesimo finché, nel 567, il Concilio di Tours condannò queste pratiche con l’accusa di profanare il giorno di san Pietro.