Cultura
ROMA ANTICA Il Circo romano
Il Circo era presso i Romani l’edificio destinato alle corse dei carri. Prima che venissero costruiti gli anfiteatri a volte vi si tenevano le lotte dei gladiatori e le cacce (venationes).
La forma che il Circo aveva sembra derivi dall’ippodromo dei Greci, forse attraverso gli Etruschi, con varianti nel tipo di costruzione dei carceres. Si distinguevano tre parti essenziali: l’arena per lo spettacolo, i carceres per custodirvi i carri, e la cavea con le gradinate per il pubblico (loca). L’arena era attraversata nel senso della lunghezza dalla spina. Un lungo basamento la cui linea non era esattamente parallela ai lati lunghi dell’edificio ma leggermente obliqua ad essi. Come obliqua era la linea dei carceres, che chiudevano uno dei lati minori.
L’obliquità era adottata per rendere uguale la lunghezza e la difficoltà della corsa per i diversi carri. La spina sorreggeva decorazioni, monumenti, oggetti vari (bacini d’acqua, colonne, edicole, fontane, obelischi, sette delfini, sette grosse uova in pietra dette ovaria o falae, statue). La spina era limitata all’estremità da due mete intorno alle quali giravano i carri. La corsa, dopo sette giri segnati dallo spostamento delle uova e dei delfini, aveva termine su una linea chiamata calx. Le gradinate della cavea erano disposte in differenti meniani, separati in senso orizzontale da praecinctiones, in senso verticale da scalette (scalaria), in modo affine alla cavea degli anfiteatri.
Fra gli antichi circhi il più celebre è il Circo Massimo (Circus Maximus o semplicemente Circus). A Roma vi erano poi il Circo degli Arvali, il Circo Flaminio, il Circus Gai et Neronis, il Circus Hadriani, il Circo di Massenzio. Rovine di antichi circhi si conservano in Italia a Aquileia, a Boville e a Pozzuoli. In Africa a Cartagine, Cherchell (Caesarea), a Dugga, a Leptis Magna. In Francia ad Arles, Nîmes, Orange e Vienne, e in Spagna a Merida, Sagunto e Tarragona.