Cultura
ROMA ANTICA Hilaria
ROMA ANTICA Hilaria era una festività celebrata il 25 marzo in onore della dea Cibele, madre degli Dei. Il giorno della celebrazione era quello successivo all’equinozio di primavera. Ossia il primo giorno dell’anno in cui il periodo di luce è più lungo di quello della notte.
Lo scopo della festività era festeggiare il lento ma graduale svanire delle oscurità dell’inverno e l’attesa di una stagione più gioiosa e luminosa. Si sa poco dei riti celebrati in onore di Hilaria, in epoca repubblicana, fatta eccezione per quanto afferma Valerio Massimo secondo cui si svolgevano dei giochi in onore della madre degli dei. Qualcosa di più si sa per l’epoca imperiale. Erodiano rivela che si teneva una lunga e solenne processione durante la quale si trasportava una grande statua della dea. Di fronte si esponevano oggetti preziosi ed opere d’arte dei più facoltosi della città ed all’Imperatore stesso.
La particolarità di questa festa era il permesso di dare vita a qualsiasi forma di scherzo o gioco, con la predilezione per il mascheramento. Questo da una parte ci lega al Carnevale, dal’altro soprattutto al 1° di Aprile. Praticamente passata la paura dell’inverno freddo e la penuria di cibo il ritorno della bella stagione ci permette di scherzare e ridere. A chiunque era permesso assumere l’identità e l’aspetto di qualcun altro, persino di appartenenti ad alte cariche pubbliche come i magistrati. Le celebrazioni degli Hilaria erano l’ultimo giorno dei festeggiamenti dedicati a Cibele, il Sanguem.
Queste festività non si trovano menzionate nei calendari Romani e nemmeno nei Fasti di Ovidio. Erodiano rivela di un complotto di Annia Lucilla, sorella di Commodo, e del prefetto Tarrutenio Materno contro l’Imperatore proprio durante queste festività. Secondo Erodiano il complotto prevedeva che Materno e i suoi seguaci si travestissero da membri della Guardia Pretoriana per poi mescolarsi a quella fino ad arrivare alle stanze di Commodo e ucciderlo. Uno dei complici di Materno però rivelò il complotto “preferendo un imperatore legittimo a un tiranno usurpatore”, secondo Erodiano. Il giorno degli Hilaria i cospiratori furono catturati e l’Imperatore Commodo sacrificò alla dea Cibele affinché non fosse più minacciato da cospirazioni.
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