Cronaca
ROMA ‘Leonardo da Vinci’ a 500 anni dalla morte

ROMA In occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte del genio toscano le Scuderie del Quirinale con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ‘Leonardo da Vinci’ di Milano e alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano presentano la mostra ‘Leonardo da Vinci. La scienza prima della scienza‘.
Un percorso alla scoperta del Maestro. L’esposizione, visitabile dal 13 marzo al 30 giugno, è curata da Claudio Giorgione, curatore del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. Un’indagine sull’opera vinciana attraverso disegni e manufatti originali, modelli storici e manoscritti, tra cui l’unico libro con sue annotazioni autografe. Dalla formazione toscana al soggiorno milanese, fino al tardo periodo romano, si ripercorre l’attività di Leonardo sul fronte tecnologico e scientifico. Oltre 200 opere accompagnano il pubblico in un percorso che attraversa i grandi temi al centro del dibattito rinascimentale affrontati da Leonardo.
L’utilizzo del disegno e della prospettiva come strumenti di conoscenza e rappresentazione. L’arte della guerra tra tradizione e innovazione. Macchine fantastiche come quelle per il volo. La riflessione sulla città ideale e la riscoperta del mondo classico. Si potranno ammirare dieci disegni originali appartenenti al prezioso Codice Atlantico custodito dalla Biblioteca Ambrosiana raramente esposti al pubblico con una vasta selezione di modelli storici provenienti dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. La mostra propone poi un altro elemento: i portelli originali della chiusa di San Marco del Naviglio di Milano rimasti in uso fino al 1929.
LA DIVINA PROPORTIONE
Ad arricchire il percorso, manoscritti, disegni, stampe, cinquecentine illustrate e dipinti provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed europee. Focus speciale per la biblioteca di Leonardo con l’esposizione del trattato di Francesco di Giorgio, in prestito dalla Biblioteca Laurenziana. Unico volume appartenente con certezza al Maestro e arricchito da annotazioni di suo pugno. Eccezionalmente in prestito dalla Bibliothèque di Ginevra è inoltre uno dei due manoscritti della Divina Proportione di Luca Pacioli, realizzato per il duca Ludovico il Moro nel 1498 e arricchito dalla raffigurazione di sessanta solidi basati sui disegni eseguiti dalla “ineffabile sinistra mano” di Leonardo.
LA MOSTRA
Conclude la retrospettiva una riflessione sul mito di Leonardo, su come sia nato e su come nel tempo si sia sviluppato generando un fenomeno che ancora oggi stimola interesse e curiosità. La mostra vanta la collaborazione del maestro del ritratto Thomas Cian, sua la firma del volto di Leonardo utilizzato per la campagna di comunicazione della mostra, e dello scrittore Marco Malvaldi, autore del libretto composto per l’occasione ‘L’investigatore universale’. Eventi speciali e laboratori contribuiranno ad arricchire e approfondire i contenuti della mostra.
Adulti e bambini potranno mettersi alla prova con corsi di affresco e disegno prospettico sperimentando la tecnica di costruzione delle macchine e la calligrafia dell’epoca vinciana. Oltre a corsi e laboratori ospitati direttamente nelle Scuderie del Quirinale Roma diventa palcoscenico dell’iniziativa “Leonardo in città”, Una ricca serie di appuntamenti e incontri sulla figura di Leonardo e sul suo pensiero. Biblioteca Angelica e Teatro Argentina sono soltanto alcune delle istituzioni che ospiteranno la manifestazione celebrativa del Maestro. Tutte le informazioni sul sito www.scuderiedelquirinale.it.
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Cronaca
Kevin Bonifazi: “Cura tecnica, ritmi e disciplina un mix vincente che ho imparato a Tor Tre Teste”

Kevin Bonifazi, difensore classe ’96 oggi al Sassuolo, ha raccontato a Repubblica la sua gavetta dal quartiere popolare di Roma Est al calcio professionistico, tra sacrifici e una carriera frenata da infortuni. #Calcio #StorieDiSport #Sassuolo #Roma
La scoperta del calcio vero
«Alla Tor Tre Teste ho capito cos’è davvero il calcio». Kevin Bonifazi, difensore classe ’96, oggi al Sassuolo, è cresciuto tra i campi del Lazio. Oltre 170 presenze tra i professionisti, di cui 125 in Serie A. Ma prima di Torino, Spal, Udinese, Bologna, c’è stata Roma Est.
Quando ha iniziato a giocare?
«Da bambino, nel mio paese: Toffia, in provincia di Rieti. A dieci anni mio padre portò me e mio fratello al Tor di Quinto, poi passammo alla Tor Tre Teste. Lavorava su Roma e voleva che giocassimo in una società strutturata. Mio fratello era molto più bravo di me. Io ero normale, diciamo».
Perché anche tu?
«Mio padre chiese di prendere anche me, perché era troppo complicato gestirci in due posti diversi. Il presidente di allora scherzando disse: “Lascialo qua, è grosso, vediamo che sa fare”. Mi misero nella seconda squadra».
E com’è andata?
«All’inizio giocavo poco, a volte nemmeno mi convocavano. Ma l’anno dopo sono arrivato migliorato fisicamente e tecnicamente. In poco tempo sono diventato il capitano».
È stato il momento più bello?
«Più o meno. Giocammo la finale Giovanissimi Nazionali, vincendola 3-0. Ma fu annullata perché facemmo un cambio in più. Le lacrime si sono sprecate».
Poi il passaggio al Siena
«La Tor Tre Teste aveva un accordo che ogni anno prevedeva una prelazione su cinque giocatori. Io ero tra quelli. Ricordo il primo allenamento: eravamo timidi, ma in campo dominammo. Ci presero tutti e cinque».
Quanto ha inciso la Tor Tre Teste in quel salto?
«Tantissimo. Quando sono arrivato a Siena ho capito quanto mi avessero preparato bene. È una società dilettantistica ma lavora come un club professionistico. Ti formano, ti abitua a ritmi, disciplina, cura tecnica. Vai in un club pro e sei già pronto».
Il ricordo più bello?
«Fu una sgridata. Di ritorno da una trasferta, sul pullman intonammo un coro in previsione dell’arrivo all’Autogrill. Un dirigente ci zittì: “Se vi azzardate a prendere qualcosa senza pagare vi mandiamo via e vi denunciamo”. Eravamo ragazzi svegli, ma ci tenevano in riga. La società era molto attenta al comportamento».
Rieti-Roma tutti i giorni, difficile?
«Sì, ma non ci pesava. Io e mio fratello uscivamo di casa alle 8 con la borsa di scuola e quella del calcio. Un chilometro e mezzo a piedi fino alla stazione, 45 minuti di treno, 25 di metro, poi la navetta della società da Ponte Mammolo. Quattro volte a settimana. Tornavamo a casa alle otto di sera. Oggi non lo rifarei mai».
Oggi il Sassuolo, come va?
«Negli ultimi due anni ho subito tre operazioni allo stesso ginocchio e questo ha frenato la mia carriera. Ho scelto di ripartire da una categoria inferiore, ma in una società che lavora da Serie A in tutto. Ieri siamo stati promossi ma mi auguro di vincere il mandato. A livello personale questo per me è un nuovo inizio».
Cronaca
Tor Tre Teste e il calcio in vetrina: quel che conta è farsi vendere

In un mondo dove il calcio giovanile sembra più una vetrina per trofei che una fucina di talenti, il presidente D’Adamo ribalta la prospettiva: "La vera vittoria è quanti ragazzi finiscono nei professionisti. Meno i titoli messi in bacheca". Ecco la rivoluzione silenziosa del calcio giovanile. #CalcioGiovanile #RivoluzioneSilenziosa #ProfessionistiDelFuturo
Un Modello Sostenibile
Un modello sostenibile fondato sul mercato e non sui trofei. Il presidente D’Adamo: "La vera vittoria è quanti ragazzi finiscono nei professionisti. Meno i titoli messi in bacheca"
La Rivoluzione del Calcio Giovanile
In un’epoca dove il calcio giovanile è spesso ridotto a una corsa sfrenata per accumulare trofei, il presidente D’Adamo propone una visione alternativa. "La vera vittoria è quanti ragazzi finiscono nei professionisti. Meno i titoli messi in bacheca" Ecco una rivoluzione che potrebbe cambiare il volto del calcio giovanile italiano, puntando sulla crescita dei giovani piuttosto che sulla collezione di medaglie. #CalcioGiovanile #RivoluzioneSilenziosa #ProfessionistiDelFuturo
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