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STADIO ROMA Prima il gup poi il Riesame: l’inchiesta entra nel vivo

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STADIO ROMA Prima il gup poi il Riesame: l’inchiesta entra nel vivo

<strong>STADIO ROMA Prima il gup poi il Riesame: settimana decisiva per l’inchiesta sull’impianto giallorosso.

STADIO ROMA Prima il gup poi il Riesame. All’udienza davanti al gup Costantino De Robbio seguirà quella al tribunale del Riesame. Sono attesi dunque per la prossima settimana gli sviluppi più importanti sui due filoni d’inchiesta della Procura sui presunti illeciti nella costruzione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. L’indagine, già entrata nel vivo dopo i clamorosi arresti del 13 giugno 2018, si è ulteriormente accelerata dieci giorni fa con altri provvedimenti restrittivi che hanno messo a dura prova i 5 stelle romani e l’intera amministrazione comunale.

Si partirà martedi’ 2 aprile, quando il giudice De Robbio dovra’ decidere se rinviare a giudizio, come richiesto dalla procura, quindici persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito. A processo, su iniziativa dei pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, dovrebbero andare l’imprenditore della Eurnova Luca Parnasi e cinque suoi stretti collaboratori (Luca Caporilli, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Gianluca Talone e Simone Contasta). Insieme a loro, nomi del calibro di Adriano Palozzi (ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia), Michele Civita (attuale consigliere regionale Pd) e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti. Coinvolti inoltre Davide Bordoni, consigliere comunale di Forza Italia, Vanessa Aznar Ababire, amministratrice formale della Pixie Social Media srl, di cui Palozzi era amministratore di fatto, Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, l’ex assessore allo sport del X Municipio, l’architetto Paolo Desideri, e Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibact.

Mercoledi 3, invece, toccherà invece ai giudici del Riesame valutare il ricorso dell’ex presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito e dall’avvocato Camillo Mezzacapo contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per corruzione e traffico di influenze emessa dal gip Maria Paola Tomaselli il 20 marzo scorso. Il collegio della Liberta’ dovrà decidere anche sull’istanza del concessionario d’auto Gianluca Bardelli e dall’architetto Fortunato Pititto, finiti invece agli arresti domiciliari.

Secondo la Procura, De Vito avrebbe messo a disposizione la sua funzione e sfruttato la sua rete di conoscenze per agevolare gli interessi di tre distinti gruppi imprenditoriali (l’Eurnova di Luca Parnasi, il gruppo Toti rappresentato dai costruttori Pierluigi e Claudio, e la Holding riconducibile all’immobiliarista Giuseppe Statuto). Tutto ciò in cambio di denaro, veicolato anche sotto forma di consulenze e incarichi professionali per lo studio legale del suo amico Mezzacapo e in parte finito nella Mdl, societa’ che legava i due.

De Vito – ipotizzano i magistrati – avrebbe contribuito con tre differenti progetti urbanistici: la costruzione del nuovo stadio della Roma, la riqualificazione della zona degli ex mercati generali all’Ostiense e la realizzazione di un edificio in piazzale Ippolito Nievo in luogo della vecchia stazione Trastevere. Intermediario in queste operazioni illecite sarebbe stato – secondo gli inquirenti – l’avvocato Mezzacapo, che avrebbe a sua volta interagito con De Vito per ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli per realizzare progetti a cuore agli imprenditori. In cambio, il legale e l’esponente politico avrebbero ottenuto, tra il 2017 e il 2018, circa 400mila euro (in parte erogati e in parte solo promessi).

Giovedi’ 4, invece, comparirà, davanti ai giudici dell’ottava sezione penale del tribunale, l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone (arrestato il 13 giugno 2018 assieme ad altri), mediatore nella trattativa del febbraio 2017 tra il Campidoglio e la Eurnova per modificare il progetto dello stadio. Lanzalone, a differenza degli altri imputati, sarà giudicato con rito immediato, saltando cosi’ la fase dell’udienza preliminare. L’accusa per lui è corruzione e traffico di influenze. Tra gli imputati anche Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, l’ente previdenziale dei dipendenti capitolini.

Quanto a De Vito, espulso dal Movimento Cinque Stelle poche ore dopo la notifica della misura cautelare, l’Assemblea capitolina ha nominato al suo posto, con 24 voti a favore, come consigliere M5S supplente temporaneo, Carlo Maria Chiossi, che alle elezioni comunali del 2016 aveva ottenuto 374 preferenze. Secondo le disposizioni del TUEL, Chiossi resterà in carica al massimo 18 mesi e terminera’ automaticamente qualora decadesse la sospensione di De Vito stabilita dal prefetto Paola Basilone. Per la sostituzione di De Vito alla presidenza dell’Aula, sarà il segretariato a specificare le modalita’ piu’ opportune. I grillini hanno per il momento indicato per quel ruolo Enrico Stefano, attualmente vice in quota maggioranza.

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