Cultura
ROMA ANTICA Fordicidia
ROMA ANTICA Fordicidia era una festa dedicata alla dea Tellus. Il nome deriva da forda, la femmina gravida. Derivante a sua volta da fero, nell’antico significato di ‘portare nel ventre’.
La Fordicidia si celebrava nelle curie in Campidoglio e anticamente anche nei campi il 15 aprile. Per l’occasione veniva sacrificata una vacca gravida. Ovidio racconta che
«forda è la vacca che ‘porta’, da cui sembra derivi anche il nome fetus». Il poeta romano spiega anche il perché di quei sacrifici: «Ora il bestiame è gravido e gravida di sementi la terra. Alla Terra pregna si offre una vittima pregna». Ai tempi di Numa la terra dava scarsi frutti, le bestie partorivano prima, «spesso l’agnello nascendo uccideva la madre».
Numa invoca allora un sogno rivelatore e mentre dorme gli appare Fauno che gli dice: «Devi placare la Terra dando la morte a due bovini; ma una sola vacca dia due vite ai sacrifici». Quelle parole udite in sogno sconcertano Numa, che poi però capisce che deve sacrificare una vacca gravida. Il rito, nella descrizione di Ovidio, consisteva nello sgozzare nel tempio di Giove trenta vacche. Dal ventre di queste i sacerdoti estraevano i feti. Le viscere dei vitellini infine venivano bruciate sull’altare della Vestale più vecchia e la cenere conservata per purificare il popolo durante le Parilie, festa che si teneva il 21 aprile, sei giorni dopo le Fordicidie.
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