Cronaca
LADISPOLI Il Kali Kalasag, la ‘Difesa Personale’ nelle scuole
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LADISPOLI Corsi di difesa personale nelle scuole. Tra i banchi sarà insegnato il Kali Kalasag. Progetto annunciato dall’assessore alle politiche sociali ed alla pubblica istruzione, Lucia Cordeschi, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne.
In precedenza grazie all’iniziativa dell’assessore Amelia Mollica Graziano in collaborazione con il delegato per le associazioni Mauro Di Giovanni era stato svolto il corso di formazione per la Polizia Municipale. L’assessore Cordeschi: “Il corso di difesa personale per le scuole che aderiranno sarà strutturato in più incontri. Si farà esperienza della didattica del sistema, semplice e funzionale. Dopo molti anni di studio e pratica delle arti marziali, con particolare attenzione a quelle del sud-est asiatico, il maestro Vito Lettieri ha deciso di fondere in un unico sistema tutte le qualità marziali di un’arte antica per poi unirle a un programma facilmente comprensibile e con un percorso chiaro e delineato. È una disciplina organizzata in gradi che permettono di valutare ogni singolo allievo e le conoscenze da lui acquisite. L’avanzamento di grado è permesso solo dopo un esame valutativo delle abilità raggiunte”.
Il Kali Kalasag comprende molti settori di combattimento, anche l’uso di armi sia contundenti che da taglio. Una delle forme primarie, dopo l’uso delle armi, è quello del combattimento a mani nude. Questa particolare tecnica si differenzia dalla maggior parte delle arti marziali per una fondamentale caratteristica. I movimenti a mani nude sono gli stessi di un combattimento armato. Si possono identificare quattro aspetti essenziali. Le tecniche con gli arti superiori, le tecniche con gli arti inferiori, le leve articolari e infine la lotta al suolo. Molti praticanti, e anche molti istruttori, provengono dalle forze dell’ordine, sia del settore pubblico che da quello privato. Questo ha convinto il Maestro Lettieri a creare un programma specifico per gli operatori della sicurezza utilizzato come integrazione della preparazione della Difesa Personale anche da reparti militari e delle forze dell’ordine pubblico.
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Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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