Cronaca
LADISPOLI Il Kali Kalasag, la ‘Difesa Personale’ nelle scuole

LADISPOLI Corsi di difesa personale nelle scuole. Tra i banchi sarà insegnato il Kali Kalasag. Progetto annunciato dall’assessore alle politiche sociali ed alla pubblica istruzione, Lucia Cordeschi, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne.
In precedenza grazie all’iniziativa dell’assessore Amelia Mollica Graziano in collaborazione con il delegato per le associazioni Mauro Di Giovanni era stato svolto il corso di formazione per la Polizia Municipale. L’assessore Cordeschi: “Il corso di difesa personale per le scuole che aderiranno sarà strutturato in più incontri. Si farà esperienza della didattica del sistema, semplice e funzionale. Dopo molti anni di studio e pratica delle arti marziali, con particolare attenzione a quelle del sud-est asiatico, il maestro Vito Lettieri ha deciso di fondere in un unico sistema tutte le qualità marziali di un’arte antica per poi unirle a un programma facilmente comprensibile e con un percorso chiaro e delineato. È una disciplina organizzata in gradi che permettono di valutare ogni singolo allievo e le conoscenze da lui acquisite. L’avanzamento di grado è permesso solo dopo un esame valutativo delle abilità raggiunte”.
Il Kali Kalasag comprende molti settori di combattimento, anche l’uso di armi sia contundenti che da taglio. Una delle forme primarie, dopo l’uso delle armi, è quello del combattimento a mani nude. Questa particolare tecnica si differenzia dalla maggior parte delle arti marziali per una fondamentale caratteristica. I movimenti a mani nude sono gli stessi di un combattimento armato. Si possono identificare quattro aspetti essenziali. Le tecniche con gli arti superiori, le tecniche con gli arti inferiori, le leve articolari e infine la lotta al suolo. Molti praticanti, e anche molti istruttori, provengono dalle forze dell’ordine, sia del settore pubblico che da quello privato. Questo ha convinto il Maestro Lettieri a creare un programma specifico per gli operatori della sicurezza utilizzato come integrazione della preparazione della Difesa Personale anche da reparti militari e delle forze dell’ordine pubblico.
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Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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