Cronaca
ROMA Orfini non si scusa: “Marino incapace”

Ignazio Marino è stato assolto. Ciò però non basta all’ex sindaco di Roma per ricevere le scuse di Matteo Orfini che, tramite un lungo post su Facebook, rincara la dose.
Matteo Orfini non si scusa: “Ieri Marino è stato assolto per la vicenda degli scontrini. Alcuni, compreso qualche dirigente del Pd, mi chiedono di scusarmi per la scelta di sfiduciarlo. Ovviamente non credo di doverlo fare perché quella scelta l’ho assunta spiegando fin dal primo momento che non era legata all’inchiesta. Marino non era adeguato a quel ruolo, stava amministrando male Roma, la città era un disastro. Provai per un anno ad aiutarlo, troverete decine di dichiarazioni dell’ex sindaco che lo riconosceva. Difesi l’indifendibile ma non bastò perché errori e atteggiamento del sindaco non cambiarono.
È semplice sfiduciare un tuo sindaco? No. Ma vi pongo io una domanda: per Roma, per i romani, sarebbe un bene o un male se oggi il M5s sfiduciasse la Raggi? Io credo sarebbe un bene. Molti obiettano che quella scelta ha portato alla vittoria della Raggi e al disastro attuale. Per carità, ognuno può interpretare a piacimento il nesso di causa-effetto. Dal mio punto di vista, la Raggi l’ha portata il disastro amministrativo prodotto da Marino e un’inchiesta – Mafia capitale – che sconvolse la città e il Pd.
È perfettamente legittimo contestare quella complicatissima scelta. Ma non lo è farlo stravolgendone le motivazioni perché fa comodo. Mi dispiace lo facciano alcuni miei compagni di partito che potrebbero invece contestare il merito di quella scelta. Soprattutto mi fa venire un dubbio, ovvero che nel Pd romano ci sia una gran nostalgia di quello che c’era prima. Quel modello di partito fatto di filiere e correnti. Di tanti circoli che aprivano solo per i congressi. Di regole sistematicamente calpestate.
I più onesti intellettualmente tra quelli che mi hanno sempre contestato quella stagione lo dicono esplicitamente. E in parte quelle abitudini sono già tornate. Io resto della mia idea: quel partito era malato e quella amministrazione inadeguata. Ovviamente è legittimo pensarla diversamente. E criticarmi anche aspramente. Ma dato che molti dei protagonisti di quella degenerazione oggi si trovano in maggioranza nel nuovo corso del Pd, se questa è la lettura possono riportare le lancette indietro. La scelta sul da farsi oggi spetta ad altri. Ma almeno la si compia avendo il coraggio di dire la verità”.
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Le Testimonianze
Immaginate la sorpresa quando Papa Francesco, con la sua umiltà disarmante, strinse la mano a nonna Rosina nella Casa della Carità della parrocchia di San Gregorio Magno, dandole la forza per affrontare la malattia. L’allora parroco Don Renzo Chiesa ricorda vividly quel momento: “Quando scese dall’utilitaria, chiese: ‘Ma questa è la famosa Magliana?'”. E non è finita qui: in un incontro esclusivo a Corviale con l’associazione Piacca, che aiuta chi ha avuto guai con la giustizia, Francesco volle ascoltare storie personali. Massimiliano Lustri, un tempo noto come “Er tapparella”, racconta: “Rise a crepapelle ascoltando i miei aneddoti, come quella volta che in un appartamento finii per pranzare con un’anziana”. Quell’incontro magico cambiò tutto: i ragazzi dell’associazione si reintegrarono nella società e ancora oggi portano al collo il rosario regalato dal Papa.
L’Abbraccio
E se vi dicessimo che un semplice abbraccio del Papa ha consolato un bimbo e lasciato un segno indelebile? Durante la visita alla parrocchia San Paolo della Croce al Serpentone, Francesco abbracciò Emanuele, un ragazzino di 8 anni, che con voce tremante gli chiese: “Mio papà è morto, era ateo, ma ci ha fatto battezzare, ora dov’è? Sta in paradiso?”. Il parroco Don Roberto Cattaneo, ancora emozionato, rivela: “Negli anni, il Pontefice mi chiamava per sapere come stava Emanuele”. Oggi, a 17 anni, Emanuele si è commosso profondamente alla notizia della scomparsa di Francesco, sostenuto dalla mamma Elisabetta Pacciotti: “Per lui è come aver perso un altro papà; il Papa lo rassicurò dicendo che suo padre era sicuramente in paradiso”. Ma le sorprese non si fermano: durante la pandemia, Francesco chiamò inaspettatamente per una benedizione in streaming, dimostrando un’umiltà che lascia senza parole. E poi, c’è la storia di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio Di Bitetto, morto in un incidente: “Ricevetti una telefonata da un numero privato: ‘Sono Papa Francesco, non è uno scherzo’. Quella chiacchierata fu come una carezza, e mantenne la promessa invitandoci in Vaticano”.
L’Incontro
Preparatevi a storie che vi faranno riflettere: Francesco era maestro nell’incontrare chi ne aveva più bisogno, come quando abbracciò Serena, una mamma che aveva perso la figlioletta Angelica. Oppure, nella parrocchia di Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, dove in un ritrovo informale ascoltò i giovani dell’oratorio, rispondendo a domande su come pregare: “È importante sentire lo sguardo di Dio e vivere la ‘chiesa in uscita’, scendendo in strada per aiutare”. E chi dimentica quando si riunì in preghiera nel cortile di un condominio in via della Palmarola, senza preavviso, raccomandando alle famiglie: “Ascoltate i vostri figli”. Persino in centro, fece capolino nel negozio di dischi in via della Minerva o dal fidato ottico Alessandro Spiezia in via del Babuino: “Venne di persona per le lenti, dicendo che ‘dall’ottico si va di persona’. La sua umiltà mi ha sempre spiazzato; non voleva sprechi e con me aveva un’amicizia che mi ha riempito il cuore”.
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L’Incidente Sconvolgente nel Cuore di Roma
Un pomeriggio apparentemente sereno si è trasformato in un momento di puro terrore per una mamma e il suo bambino, mentre camminavano nei pressi di piazza Dante, nel vivace rione Esquilino. L’uomo, di origini straniere e visibilmente alterato dall’alcol, brandiva il collo di una bottiglia di vetro, creando un’atmosfera di paura e tensione inaspettata.
La Testimonianza della Mamma Terrorizzata
Anna M. ha raccontato i dettagli di quell’incontro agghiacciante: “Erano circa le 18 e io e mio figlio stavamo tornando a casa dopo una giornata al parco. Il bambino era stanco ma felice, e le giornate più lunghe rendevano tutto così piacevole”. Ma improvvisamente, l’uomo ha iniziato a seguirli, accelerando i passi e gridando insulti, lasciando la donna in preda al panico.
L’Aggressione e il Momento di Paura
Nonostante i tentativi di distrarre il piccolo e accelerare, l’aggressore li ha raggiunti, afferrando il braccio della mamma e puntandole il collo della bottiglia quasi in faccia. “Voleva soldi e il bambino ha iniziato a piangere, mentre lui rideva in modo inquietante”, ha spiegato Anna. Per liberarsi, ha dovuto cedere 50 euro, sperando che l’incubo finisse lì e che l’uomo scomparisse. Da quel momento, il piccolo è rimasto profondamente scosso, e la mamma ora si chiede come vivere in un quartiere dove eventi del genere sembrano all’ordine del giorno.
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