Cronaca
ROMA SPINACETO Anziano e 40enne pestati in strada: 33enne nei guai
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ROMA SPINACETO Anziano e 40enne pestati in strada: 33enne nei guai.
ROMA SPINACETO Anziano e 40enne pestati in strada. L’aggressione, priva di apparenti motivi, ha costretto entrambi al ricovero in ospedale. Vittime un 40enne ed un anziano di 77 anni. Proprio le condizioni di quest’ultimo appaiono le più gravi: al momento si trova ancora all’ospedale Sant’Eugenio per una sospetta “emorragia cerebrale“. Il brutto episodio si è verificato venerdì mattina in via Raffaele Aversa.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato, cui il figlio del 77enne ha immediatamente denunciato le violenze. “Mio padre di 77 anni – ha raccontato l’uomo, chiedendo l’anonimato – ed un uomo di 40, sono stati vittime di una violentissima aggressione nella zona di Spinaceto, da parte di un uomo che, senza motivo ha massacrato di botte due persone. È successo venerdì mattina, mio padre è tutt’ora ricoverato in ospedale al Santo Eugenio. Il balordo è stato fermato e rilasciato con denuncia d’ufficio a piede libero“.
Le aggressioni, ha riferito il figlio, sarebbero state due: una a danno “di una guardia giurata in quel momento libero dal servizio e poi a mio padre, che ha avuto la ‘colpa’ di trovarsi a passeggiare nel posto sbagliato al momento sbagliato“. L’uomo ha poi spiegato che lui e il padre “non conoscono l’aggressore né hanno mai avuto a che fare con lui“. “Proprio una settimana fa mio papà “voleva” saper difendersi proprio nella posizione da terra. Il caso ha voluto che un tizio lo ha massacrato a calci e pugni mentre era a terra caduto dopo una spinta“.
Dopo il violento episodio, l’aggressore si è dato alla fuga, allontanandosi dal luogo. Dove, immediatamente allertati, sono intervenuti gli agenti delle Volanti e del Commissariato Spinaceto. I militari hanno rinvenuto l’anziano ferito con il naso sanguinante ed un occhio tumefatto.
Dopo l’ascolto dei testimoni, sono subito partite le ricerche dell’aggressore, rintracciato poco dopo. Accompagnato negli uffici di polizia del Commissariato Spinaceto è stato identificato in un romano di 33 anni. Alla fine l’uomo è stato rilasciato con una denuncia in stato di libertà per “lesioni aggravate”.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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