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ROMA Pigneto Sigilli a un negozio di cannabis

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ROMA Pigneto Sigilli a un negozio di cannabis

ROMA Sigilli a un negozio di cannabis light in zona Pigneto. Il provvedimento, emesso dal questore Esposito, è scattato dopo un’attività di controllo avviata dalla Polizia amministrativa e sociale della Questura, diretta da Angela Cannavale.

Sigilli a un negozio di cannabis light a seguito del provvedimento che prevede il controllo degli esercizi che vendono prodotti contenenti canapa ‘legale’ o ‘light’. Gli investigatori hanno scoperto la condotta illecita del titolare del negozio che aveva messo in piedi una vera e propria attività di spaccio di marijuana. Secondo gli investigatori esercizi simili stanno proliferando, generando la percezione fra i giovani della liberalizzazione delle cosiddette ‘droghe leggere’. Percezione che nasce dalla possibilità, stabilita dalle recenti norme, di coltivare particolari varietà di canapa in cui i livelli di Thc non superino una certa soglia. Alcuni negozi, approfittando della situazione, si danno alla vendita di quella che è droga a tutti gli effetti.

A gennaio la Polizia aveva scoperto un simile giro di affari di due negozi, uno al Pigneto e uno al Tuscolano. A marzo hanno effettuato un controllo in un altro negozio del Pigneto che aveva esposti per la vendita al dettaglio varie tipologie di prodotti, sia alimentari che non alimentari, contenenti sostanze a base di Canapa sativa-L. I prodotti, commercializzati con etichetta avente informazioni difformi da quanto previsto dal Codice del consumo, sono finiti sotto sequestro amministrativo. La merce non alimentare sequestrata, in particolare infiorescenze di canapa, presentava una percentuale di principio attivo Thc tipico di vere e proprie sostanze stupefacenti. Per questo la titolare è stata denunciata all’Autorità giudiziaria e la licenza sospesa per 30 giorni.

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Cronaca

I cardinali e il loro enigmatico raduno davanti alla tomba

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I cardinali e il loro enigmatico raduno davanti alla tomba

#Hai mai visto una folla così devota e inarrestabile? #PapaFrancesco sta conquistando i cuori anche dopo la sua scomparsa, con migliaia di persone che si precipitano a #SantaMariaMaggiore per un ultimo saluto emozionante! #Roma #Fede

L’alba di un pellegrinaggio straordinario

All’alba, le code si allungano già fuori dalla basilica, con il rettore, il cardinale Rolandas Makrickas, che apre personalmente la Porta Santa alle 7 del mattino. Il suo volto mostra una miscela di stupore e gioia nel vedere così tanto affetto per il Pontefice, che ha scelto questa basilica nel cuore multietnico dell’Esquilino come sua ultima dimora. È una coincidenza affascinante, che rispecchia perfettamente lo stile umile di Francesco. Entro le 14, ben 30mila persone avevano già varcato la soglia, e si prevede che il numero raddoppierà entro la fine della giornata.

Un oceano di storie e devozione

Tra la folla ci sono famiglie, religiosi, giovani scout e visitatori da ogni angolo del mondo, tutti uniti per rendere omaggio a Francesco. Gli abitanti dell’Esquilino sono entusiasti di avere un “vicino di casa” così illustre, trasformando questa zona in una meta imperdibile per credenti e non. Una visitatrice, Maria, arrivata da Agrigento con la famiglia, descrive la tomba come “semplice, proprio come era lui”. Anche i cardinali si uniscono alla processione nel pomeriggio, con uno di loro, il porporato irlandese Sean Baptist Brady, che prega per un futuro Papa all’altezza. E poi ci sono le voci della gente comune: Florentine, da Grenoble ma originaria del Benin, parla di “un’emozione grandiosa”, mentre Roberto, un romano ateo, ammette di essere lì per una frase del Papa che lo ha sempre colpito: “È meglio vivere da ateo che da cristiano che parla male degli altri”.

L’eredità viva nel quartiere

Francesco lascia un’eredità che si vede e si sente ovunque, soprattutto in questo angolo vivace di Roma. Sinika, arrivata dalla Finlandia con una maglietta dedicata a Bergoglio, lo definisce “il miglior Papa per i poveri”, notando come la sua sepoltura qui, e non a San Pietro, ne sia la prova. Intorno alla basilica, il suo ritratto appare tra negozi e supermercati, mentre striscioni come “Grazie Francesco” decorano i palazzi. All’interno, le messe e i canti solenni continuano a celebrare la sua memoria con un’attenzione meticolosa.

Santa Maria Maggiore: Un flusso ininterrotto fino a tardi

Le code possono durare fino a due ore, e davanti alla tomba i visitatori si fermano solo per pochi secondi, tanto è l’afflusso. Questa mattina, la basilica è stata così affollata da dover interrompere brevemente per le messe domenicali, invitando la gente a sedersi o uscire per far spazio. L’apertura continua fino alle 22 di stasera, per riprendere domani alle 7. Intanto, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, annuncia piani per gestire l’ondata di visitatori nelle prossime settimane e mesi, con una riunione in Prefettura prevista per mercoledì. La tomba, con la semplice scritta “Franciscus” e adornata da una rosa bianca, ispira molti a portare lo stesso fiore, un simbolo che Francesco stesso collegava a Santa Teresina e che ora rappresenta il ricordo e la gratitudine della gente.

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Il pastificio romano salvato da Papa Francesco e il suo piano per i detenuti

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Il pastificio romano salvato da Papa Francesco e il suo piano per i detenuti

#ScopriComePapaFrancescoHaTrasformatoUnCarcereInUnPastificioDiSperanza #RedenzioneAttraversoLaPasta

La Nascita del Progetto

Immagina un luogo dimenticato ai margini di Roma, dove l’acqua e la farina si mescolano non solo per creare pasta, ma per forgiare destini. È proprio qui, a Casal del Marmo, che l’eredità di Papa Francesco ha preso forma dopo la sua prima visita nel 2013. Subito dopo la sua elezione, il pontefice si recò nel carcere minorile per un gesto simbolico: lavò i piedi ai giovani detenuti durante il Giovedì Santo, esortandoli a non perdere la speranza. Questa visita ispirò un’idea rivoluzionaria, promossa dal cappellano del carcere, che trasformò una palazzina abbandonata in un vero e proprio pastificio artigianale. I volontari e i giovani coinvolti videro nella pasta un simbolo quotidiano di rinascita, un’opportunità per imparare un mestiere e reinserirsi nella società. Dopo anni di lavori e finanziamenti, il “Pastificio Futuro” è finalmente diventato realtà nel 2023, attirando l’attenzione per il suo potenziale di cambiare vite.

L’Aiuto Inaspettato

Ma cosa succede quando un leader spirituale decide di intervenire direttamente per sostenere un sogno? Proprio questo ha fatto Papa Francesco con la sua ultima donazione: 230 mila euro dal suo conto personale, un lascito che ha estinto parte del mutuo del pastificio. Questa mossa, rivelata attraverso i canali del Vaticano, ha sconvolto e ispirato tutti, permettendo al laboratorio di espandere le operazioni e offrire più posti di lavoro. Attualmente, solo quattro giovani detenuti lavorano qui con contratti regolari, ma il sito è progettato per ospitarne fino a 20, con l’obiettivo di aumentare la produzione e abbassare i prezzi. I ragazzi, entusiasti della notizia, vedono nel pastificio una vera seconda chance, un posto dove rispettare orari e responsabilità, proprio come il Papa aveva auspicato. Non è solo un aiuto economico: è un segno tangibile di attenzione che ha lasciato un’impronta indelebile nelle loro vite.

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