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STADIO ROMA Sanvitto: “Ci sono fatti molto più pesanti”
STADIO ROMA Sanvitto: “Ci sono fatti molto più pesanti”
STADIO ROMA Sanvitto – Ai microfoni de L’Italia s’è desta, è intervenuto l’architetto Francesco Sanvitto, presidente del Tavolo della libera urbanistica per parlare dell’esposto presentata dalla libera urbanistica:
“Ho ricevuto tantissimi di insulti sui social, non provenienti da tifosi romanisti, ma dei sedicenti grillini. Questo crea molta tristezza. Noi abbiamo tenuto sempre una linea di principi e legalità, anche quando all’inizio preparavamo i programmi per il territorio per il M5s. Questo esposto è uno dei tre che sono stati fatti sullo stadio, ce ne sono altri due molto più pesanti su cui sta indagando la magistratura. La legge sugli impianti sportivi dice che la fine dell’adozione del progetto della conferenza dei servizi viene consegnato al sindaco che lo porta nella prima seduta utile del consiglio comunale e questo non è stato fatto. Invece è arrivato il nodo della contraddizione dell’aver utilizzato una legge che permette varianti a progetti che dovrebbero essere a produzione diretta. Quando si sono accorti che il terreno bastava solo per edifici e stadio e non c’era più spazio per verde e parcheggi, gli standard urbanistici di legge, è stata fatta una variante di piano regolatore che è uno strumento urbanistico e non un intervento diretto, quindi deve essere trattata come variante di piano regolatore. Questa tra l’altro è una variante generale perché, altra cosa assurda, contrariamente a quanto stabilisce la legge nazionale dell’urbanistica che deve essere fatta dall’ente pubblico, in questo caso viene fatta da un privato”.
“La nostra legislazione urbanistica nazionale tutela gli interessi del territorio, dei cittadini, quindi una variante al piano regolatore deve essere discussa nel consiglio comunale. E’ stato saltato un passaggio, per fare più in fretta. Il problema è nato con la giunta Marino. Quando De Vito mi portò alla presentazione del progetto, appena mi aprirono le tavole io dissi che quel progetto non poteva seguire le norme della legge sugli impianti. Una cosa è fare un intervento diretto, altra cosa è fare una variante generale del piano regolatore. Lo stadio è il più piccolo dei problemi. L’idea nostra è che esista ormai un sistema di corruzione, c’è una mentalità legata alla corruzione che è estremamente diffusa sia nell’ambiente politico che nell’apparato tecnico dei dirigenti pubblici. Quando c’è un’istanza per cui la politica fa pressioni, c’è un apparato tecnico disposto a inventarsi deroghe, cavilli”.