Cronaca
ROMA Donna rubava al cimitero: arrestata
PRIMA PORTA Una donna rubava al cimitero: arrestata.
PRIMA PORTA Donna rubava al cimitero – Il provvedimento scaturisce a seguito di una denuncia presentata presso gli Uffici del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Lazio nei primi giorni di marzo, da una donna che, mentre era all’interno del cimitero di “Prima Porta”, intenta a sistemare i fiori sulla tomba di un proprio caro defunto, riceveva sulla propria utenza cellulare dei messaggi di testo che l’avvisavano del prelievo di contante dal proprio conto corrente, per un ammontare complessivo di 300 euro effettuato con due distinti prelievi. La donna immediatamente raggiungeva la propria autovettura e si accorgeva che ignoti avevano asportato la borsa all’interno della quale erano custodite tra l’altro le proprie carte bancomat. Le indagini esperite dal personale appartenente alla Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento di Polizia Ferroviaria per il Lazio, grazie ad alcune telecamere di sorveglianza, hanno ricostruito non solo gli attimi del furto, ma anche recuperato le immagini in cui l’ autrice dell’atto criminale si è appropriata del contante prelevato presso un vicino sportello bancomat. Gli ulteriori accertamenti che hanno portato alla identificazione della donna, hanno consentito di appurare che la stessa annoverava già precedenti per reati contro il patrimonio e la persona, commessi tra l’altro con identico “modus operandi” sia per le modalità di esecuzione, che per i luoghi prescelti ove adocchiare la preda e portare a termine l’azione criminale. Il personale operante, raccolti i numerosi indizi di colpevolezza a carico della donna, ha trasmesso il tutto all’Autorità Giudiziaria, che condividendo la tesi investigativa ha emesso a carico della donna la misura della custodia cautelare in carcere. La malvivente rintracciata nel pomeriggio del 23 maggio poco distante dalla stazione ferroviaria di Colonna (RM), veniva condotta prima negli Uffici di Polizia e successivamente ristretta presso la casa Circondariale di Rebibbia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Durante le fasi dell’esecuzione l’abbigliamento della donna ha attirato l’attenzione degli operanti in quanto indossava gli stessi indumenti e stivali con cui era stata immortalata nelle immagini estrapolate dal circuito di videosorveglianza dello sportello automatico dove è avvenuto il prelievo successivo al furto.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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