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ROMA ANTICA Il culto di Mefite

ROMA ANTICA Mefite era una antica divinità italica legata alle acque. Era invocata per la fertilità dei campi e per la fecondità femminile.

A Roma Mefite aveva un tempio e un boschetto sacro a lei dedicati sull’Esquilino. Il nome è sicuramente osco. Significa “colei che fuma nel mezzo” o “colei che si inebria” o ancora, con maggiore probabilità, “colei che sta nel mezzo”. Cioè una entità intermedia fra cielo e terra, fra morte e vita. A lei era attribuito il potere di fare da tramite e presiedere al passaggio. Era celebrata anche in altre varie località della penisola, in particolare nelle zone delle popolazioni sannitiche.

Notizie e rinvenimenti archeologici ne documentano l’esistenza al crocevia fra Molise, Lazio e Abruzzo, a Casalattico, Casalbore, Casalvieri, Frigento, Grumentum, Rocca San Felice, Rossano di Vaglio, San Donato Val di Comino, Settefrati, nella Valle d’Ansanto e a Vastogirardi. La sua presenza si riscontra anche a Cremona, Lodi e a Tivoli. I luoghi di culto sono situati quasi sempre in zone caratterizzate dalla presenza di acque fluviali o lacustri.

Si ipotizza che da divinità legata alle acque e alle sorgenti dopo la romanizzazione dell’Italia sia stata connessa esclusivamente alle esalazioni emanate da mofete e da acque sulfuree o corrotte come quelle stagnanti, che essa doveva impedire. O comunque a luoghi contrassegnati da fenomeni vulcanici. Un altro aspetto è il rapporto tra il culto e un rito di transizione quale la transumanza, che costituiva il passaggio delle greggi ai nuovi pascoli stagionali. Ipotesi rafforzata dal fatto che a ridosso dei percorsi tratturali erano presenti antiche aree sacre dedicate a Mefite.

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