Cronaca
ROMA Il declino della Tiburtina tra lavori e rifiuti
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ROMA Il declino della Tiburtina, la consolare romana che sarebbe dovuta diventare il simbolo dello sviluppo, il distretto industriale del futuro.
Di quel sogno sono rimasti solo i capannoni abbandonati se non occupati da sbandati ed extra comunitari. Dieci chilometri o poco più, dalla stazione Tiburtina, che tirano dritto seguendo una lunga linea di degrado. Il declino della Tiburtina: «L’altra notte se so’ menati che erano ubriachi persi ma che ne sa di quello che passiamo tutte le sere con sti sbandati», si sfoga Romolo che abita in via Michele Lando, a pochi metri dall’ingresso della stazione e nel sottopasso della Tangenziale Est, in prossimità della metropolitana, ne vede di tutti i colori. Le risse tra ubriachi romeni e polacchi sono all’ordine del giorno.
LA VIOLENZA
Botte, spintoni, qualche volta ci scappa pure il ferito grave e le grida in strada che vengono coperte dal suono delle sirene di polizia e carabinieri. E lo stesso suono di semaforo in semaforo, per motivi che vanno dalle aggressioni ai furti fino ai sequestri e agli arresti, arriva nitido all’incrocio con via di Pietralata. Diverse attività commerciali sequestrate perché legate alla criminalità organizzata e usate per ripulire il denaro delle attività illecite. Mesi fa in un bar i carabinieri arrestarono Filippo Morgante, l’uomo considerato reggente della ndrina Gallico, cosca calabrese che controlla la zona di Palmi nella piana di Gioia Tauro.
Latitante da un anno, si nascondeva in un comprensorio che si affaccia sulla Tiburtina. Poi ci sono i problemi di tutti i giorni. «Se piove o nevica ti devi fare il segno della croce tra buche, voragini e un cantiere infinito», si sfoga Angela Guardella. Il cantiere a cui fa riferimento è quello dell’ampliamento della via Tiburtina che va avanti da almeno dieci anni. Arrivati a via di Casal dei Pazzi fabbriche sgomberate come l’ex Penicillina o abbandonate prede di sbandati e senzatetto. Ai bordi delle strade rifiuti abbandonati. Non solo sacchetti ma vecchi wc o televisori. Il centro raccolta di Ponte Mammolo a volte è così carico che sembra scoppiare.
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Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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