Cultura
La nascita di Karol Józef Wojtyla: Papa Giovanni Paolo II
Karol Józef Wojtyla nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, in Polonia. Ebbe un’infanzia segnata da gravi lutti familiari. La perdita della madre ad appena 9 anni, tre anni dopo la scomparsa del fratello medico. Senza dimenticare che non conobbe mai la sorella perché nacque e morì prima della sua nascita.
GLI STUDI DI KAROL JOZEF WOJTYLA
All’età di 18 anni in compagnia del padre, ex-ufficiale dell’esercito e uomo molto religioso, Wojtyla lasciò Wadowice. Si trasferì a Cracovia, dove si iscrisse all’Università di Jagellonica per studiare filologia, lingua e letteratura polacca. Agli studi universitari si aggiunse anche quello delle lingue straniere. Ben undici: Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Russo, Slovacco, Spagnolo, Tedesco, Ucraino.
L’ENTRATA IN SEMINARIO
A settembre del 1939 la Seconda Guerra Mondiale arrivò anche in Polonia. L’università chiuse e Karol iniziò a lavorare. Prima un anno come fattorino e poi quattro da manovale. Nel 1941 subì la perdita del padre, dopodiché l’anno seguente entrò nel seminario clandestino di Cracovia. Dopo due anni la sua scelta di entrare in seminario si rafforzò a causa di una sorta di segno divino. Segno ricevuto durante la sua ripresa dopo due settimane di ricovero in stato di semi incoscienza perché investito da un camion. Dopo la Seconda Guerra Wojtyla tornò in seminario e nel 1946 divenne sacerdote. I due anni successivi si spostò a Roma per proseguire gli studi di filologia. Poi tornò in Polonia dove ebbe inizio il suo operato e la sua ascesa verso la nomina a Papa del 16 ottobre 1978.
IL PONTIFICATO
Il suo pontificato ha superato i 25 anni. La sua figura è rimasta impressa nella memoria di tutti. E’ stato il Papa che si è avvicinato di più alla gente, dedicando particolare attenzione ai giovani, e che ha viaggiato per tutto il mondo diffondendo la pace e l’amore. Durante il suo mandato ha prodotto ben 14 encicliche e ha proclamato 482 Santi. Papa Giovanni Paolo II non si è mai risparmiato nonostante il suo cammino sia stato costellato da diversi problemi di salute, come il tumore al colon del 1992 e il morbo di Parkinson diagnosticato nel 2001 e ufficializzato nel 2003. Il Papa dei giovani, debilitato dalla malattia, non riuscì a superare un’infezione alle vie urinarie e ci lasciò il 2 aprile del 2005.
LE ESEQUIE
Le Sue esequie si svolsero l’8 aprile in Piazza San Pietro, officiate dall’allora cardinale Joseph Ratzinger. Diversi pellegrini, al grido di «Santo subito» sono rimasti vicini fino all’ultimo al Papa. Al funerale presenziarono molti capi di Stato e di governo e molti rappresentanti di tutte le religioni. Dal 4 aprile la salma del pontefice venne esposta nella Basilica di San Pietro. Dove, una folla numerosissima (più di 3 milioni di persone), durante tutto il giorno e tutta la notte aveva reso il proprio omaggio al Pontefice tanto amato.
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Cultura
Fantarcheologia: queste città sono esistite davvero?
Fin dall’antichità l’uomo ha dedicato una parte importante della propria vita al pensiero e all’astratto. Un pensiero che ha dato vita a miti e leggende di cui parliamo e di cui cerchiamo le tracce ancora oggi, a metà del terzo decennio del nuovo millennio. È proprio questo il campo in cui si muove una branca dell’archeologia: la ricerca di testimonianze relative alle città e civiltà perdute. Oggi parleremo proprio di questo e proveremo a capire se questi miti hanno un fondo di verità.
Nel 360 a.C. Platone narrò nel suo dialogo “Timeo” di un’isola sconfinata, grande quanto Libia e Asia messe insieme, situata vicino alle Colonne d’Ercole. Più che un’isola un vero e proprio continente che noi abbiamo imparato a conoscere col nome di Atlantide. Per il filosofo greco, quella di Atlantide era una società ideale fatta di uomini lontani dalle debolezze “umane” e con una struttura formata da tre cerchi di terra e tre cerchi d’acqua. A dominare la scena erano dieci re che, sotto incarico di Poseidone, prendevano decisioni amministrative in piena armonia. Purtroppo, però, secondo la leggenda, i dieci si fecero corrompere dalla cupidigia scatenando l’ira di Zeus che riversò sulla città terremoti e diluvi che la sommersero per sempre.
Un’altra città che ha dato vita a miti e leggende e di cui si parla ancora oggi anche grazie a slot come El Dorado: The City of Gold e film come La Strada per El Dorado di Dreamworks, è la celebre “città dell’oro” Azteca. Secondo il mito l’El Dorado era una terra abbondante di ricchezze in cui l’uomo vedeva soddisfati i suoi bisogni senza sofferenza e senza bisogno di lavoro. C’è anche chi sostiene che si trovasse proprio qui la fonte dell’eterna giovinezza. Almeno è quello che credevano i conquistadores provenienti dalla Spagna che per cercarla si resero protagonisti di scorrerie e nefandezze di ogni tipo contro le popolazioni locali.
Tutti noi abbiamo ben presenti le incredibili sculture presenti nell’Isola di Pasqua, nel cuore del pacifico. In pochi sanno, invece, che la civiltà di Rapa Nui, venne fondata da navigatori polinesiani intorno al quarto secolo Dopo Cristo e che prosperò sfruttando le risorse naturali e faunistiche della zona. A conferma di questa tesi ci sono recenti scoperte archeologiche. Ne esistono poche, invece, della tesi contrapposta che sostiene che quando arrivarono sull’isola nel 1700, gli europei vi trovarono soltanto un territorio semi-deserto con una popolazione locale ridotta alla fame.
Ancora più avvolta nelle nebbie del mito è la civiltà di Lemuria che, si dice, fosse addirittura più antica di Atlantide. La leggenda di Lemuria è però molto più recente e risale al 19esimo secolo, periodo in cui alcuni studiosi ipotizzarono l’esistenza di un continente scomparso che avrebbe messo in comunicazione il Madagascar, l’India e L’Australia. Su chi la abitasse, su come fosse gestita e su quali piante e animali vivessero a Lemuria non esistono testimonianze storiche ma soltanto leggende estremamente suggestive.
Storia simile a quella di Lemuria è quella di Mu, un altro sconfinato territorio oggi scomparso e localizzato nel cuore dell’Oceano Pacifico. Anche in questo caso le principali leggende legate a Mu risalgono al 19esimo secolo e vanno ascritte all’opera di Augustus Le Plongeon, esploratore che dichiarò di aver trovato tracce Maya che parlavano di un’antica civiltà, quella di Mu appunto, che avrebbe avuto un impatto forte sulle popolazioni dell’Egitto e del Centro America. Purtroppo, però, le scritture di Le Plongeon non hanno trovato riscontri, né tantomeno prove archeologiche o testimonianze di sorta.
Non mancano miti e leggende di civiltà perdute anche nelle fredde terre del Nord e nelle regioni polari. Le due più note sono quelle legate a Iperborea e Thule, due regni di cui si hanno le prime testimonianze nelle opere di Erodoto e Plinio il Vecchio. Testimonianze che definiscono Iperborea come una terra abitata da entità vicine alle divinità e in cui regnavano serenità e ricchezza e Thule come un’isola localizzata ai confini delle terre note e popolata da popoli di guerrieri fieri e coraggiosi.
Attualità
Domenica delle Palme 2024: significato dei rametti d’ulivo benedetti
Oggi, 24 marzo, si celebra la Domenica delle Palme, festa della tradizione cattolica che precede la Pasqua e ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. La data di questa festività varia ogni anno in base alla fine della Quaresima.
La Domenica delle Palme è la domenica che precede la Pasqua e si ispira alla festa ebraica di Sukkot, la “Festa delle Capanne”, durante la quale si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella a un asino, accolto dalla folla con rami di palma o ulivo come simbolo di vittoria e pace.
La festa è osservata da cattolici, ortodossi e alcune Chiese Protestanti, ed è nota anche come la domenica della “Passione del Signore”.
La Domenica delle Palme commemora l’ultimo ingresso di Gesù a Gerusalemme prima della sua morte, quando fu accolto dalla folla agitando rami di palma e fu salutato con Osanna. Questo segna l’inizio della Settimana Santa, i sette giorni che precedono la Pasqua e che culminano con la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.
Durante la celebrazione della Domenica delle Palme, si benedicono i rametti di ulivo o palma, simboli di acclamazione, trionfo e immortalità di Cristo. Questi rametti vengono poi distribuiti ai fedeli durante la messa speciale dedicata alla ricorrenza.
La liturgia della Domenica delle Palme prevede la lettura della Passione di Gesù tratta dai Vangeli di Marco, Luca, e Matteo. La lettura viene fatta da tre persone che impersonano Cristo, il cronista e il popolo, e narra l’arresto, il processo giudaico e romano, la condanna, l’esecuzione, la morte e la sepoltura di Gesù.
Dopo la messa della Domenica delle Palme, i fedeli hanno l’usanza di portare a casa i rametti di ulivo benedetti, che vengono utilizzati per benedire la tavola imbandita prima del pranzo pasquale. I rametti diventano poi dei sacramentali, protetti dal diritto canonico, e possono essere seppelliti o riportati in chiesa per essere bruciati in vista della celebrazione del Mercoledì delle ceneri. Con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa, che si conclude con il Giovedì Santo.
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